giovedì 15 giugno 2023
La decisione presa per il suo rifiuto “ostinato” di osservare il voto di obbedienza. Il sacerdote sloveno è accusato di reiterati abusi sessuali e psicologici commessi nell’arco di trent’anni
Padre Marko Ivan Rupnik

Padre Marko Ivan Rupnik - Siciliani

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Padre Marko Ivan Rupnik, non è più un gesuita. È stato dimesso dalla Compagnia di Gesù. Una decisione grave, resa nota con un comunicato ufficiale firmato da padre Johan Verschueren delegato del padre generale Arturo Sosa per il “Team Referente per casi di denunce nei confronti di gesuiti della Delegazione per le case e opere Interprovinciali Romane della Compagnia di Gesù” (un organismo di indagine interno). La misura è stata assunta il 9 giugno scorso «in conformità al diritto canonico, a causa del suo rifiuto ostinato di osservare il voto di obbedienza».

Come punto di partenza ci sono le accuse presentate nel 2015 e di cui sono arrivate notizie alla Compagnia di Gesù nel 2018. Si trattava di «accuse di molestie sessuali e di assoluzione di una complice da parte di padre Rupnik nel peccato contro il sesto comandamento». Seguì un’indagine interna all’Ordine religioso che attestò la credibilità delle accuse, tanto da imporre misure restrittive a Rupnik e la consegna di un dossier alla Congregazione (oggi dicastero) per la dottrina della fede (Cdf), che chiese ai gesuiti di istituire un processo amministrativo penale. Il verdetto del procedimento, arrivato nel gennaio 2020 fu di colpevolezza per cui nel maggio successivo la Cdf stabilì che Rupnik si trovava in stato di scomunica latae sententiae. Scomunica che, come ha scritto Avvenire, fu revocata nello stesso mese da un altro decreto della Cdf, dopo che Rupnik aveva ammesso i fatti e chiesto perdono. Gli furono imposte restrizioni amministrative per un periodo di tre anni, che non gli impedirono di continuare la sua attività pubblica e di ricevere riconoscimenti. Intanto le accuse nei suoi confronti non si fermarono. Vi si aggiunsero quelle di abusi sessuali e di potere presentate da numerose consacrate della Comunità Loyola. Anche in questo caso le testimonianze furono ritenute credibili. Complessivamente, come diffuso a suo tempo da una nota ufficiale i «comportamenti di padre Rupnik denunciati hanno avuto luogo in diversi periodi tra la metà degli anni ’80 al 2018. Coprono un arco temporale di più di trent’anni». All’epoca della comunicazione il team propose a Rupnik di poterlo incontrare al riguardo ma senza successo. Una mancanza di collaborazione che è stata la cifra costante dell’atteggiamento di Rupnik. E che la nuova decisione resa nota oggi conferma. Recita infatti il comunicato pubblicato sul sito della Compagnia di Gesù che il «team referente» ha consegnato nel febbraio 2023 un dossier sulle numerose «denunce di ogni tipo provenienti da fonti molto diverse e per fatti avvenuti in un arco temporale di oltre 30 anni». Accertata l’attendibilità delle denunce e fatte proprie le indicazioni e le raccomandazioni del team, i superiori hanno «imposto a padre Marko Rupnik di cambiare di comunità e di accettare una nuova missione» come «ultima possibilità» da gesuita «di fare i conti con il proprio passato e di dare un segnale chiaro alle numerose persone lese che testimoniavano contro di lui, per poter entrare in un percorso di verità. Di fronte al reiterato rifiuto di Marko Rupnik di obbedire a questo mandato» l’unica soluzione rimasta è stata «la dimissione dalla Compagnia di Gesù». Ora – conclude la nota – Rupnik (che resta sacerdote) «dal 14 giugno 2023, data in cui ha ricevuto il decreto di dimissione, conformemente alle norme canoniche, ha 30 giorni di tempo per far ricorso».

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