giovedì 13 aprile 2017
​Il vescovo di Rouen Dominique Lebrun ha ufficialmente aperto la causa di beatificazione per il sacerdote che è stato sgozzato mentre celebrava Messa nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray a Rouen
Aperto il processo di beatificazione per padre Hamel
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Il vescovo di Rouen, in Francia, Dominique Lebrun - che già lo scorso 2 ottobre aveva annunciato il via libera alla causa di beatificazione di padre Hamel - a conclusione della Messa del Crisma nel Giovedì Santo ha confermato l'apertura ufficiale del processo diocesano di beatificazione di padre Jacques, sgozzato mentre celebrava Messa da due giovani terroristi francesi di origini maghrebine il 26 luglio 2016 in un attentato rivendicato dal Daesh.


Padre Hamel verso la beatificazione

​“È un martire! E i martiri sono beati”. Così papa Francesco si pronunciava sulla figura di padre Jacques Hamel, il sacerdote ucciso lo scorso 26 luglio nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray a Rouen, in un attentato di matrice fondamentalista.

E domenica 2 ottobre 2016, a quelle parole si era aggiunto il via libera all'apertura della causa di beatificazione. Ad annunciarlo era stato il vescovo di Rouen Dominique Lebrun, nel giorno in cui ha solennemente riaperto la chiesa – con un rito di riparazione dopo il grave delitto di sangue - in cui il sacerdote è stato sgozzato davanti ad alcune suore e dei fedeli presi in ostaggio. Un via libera che giunge sia dalla Congregazione per la cause dei santi sia dallo stesso Pontefice, che ha permesso di derogare alla regola canonica che impone un tempo di almeno cinque anni prima di aprire l’iter verso la gloria degli altari.

Un iter che nei tempi recenti è stato riservato per esempio a san Giovanni Paolo II e a santa Madre Teresa. E lo stesso papa Francesco ha voluto comunicarlo ai giornalisti durante la conferenza stampa nel volo di ritorno dal viaggio apostolico nel Caucaso. “Ho parlato con il cardinale Amato, che è il prefetto della Congregazione per le cause dei santi – ha detto il Papa - faremo degli studi e lui darà la notizia ultima. Ma l’intenzione è andare su questa linea, fare le ricerche necessarie e vedere se ci sono le ragioni per farlo”. Insomma un via libera alla causa di beatificazione, con il permesso di raccogliere e “cercare testimonianze per aprire il processo. Non perdere le testimonianze, questo è molto importante. Perché le testimonianze fresche, quello che ha visto la gente, poi con il tempo qualcuno muore, qualcuno si dimentica… e questo succede”.

Con il caso di padre Hamel sono, dunque, tre – nei tempi recenti – le deroghe ai 5 anni dalla morte concesse di avvio della causa di beatificazione. La più rapida fu quella per Giovanni Paolo II, che morì il 2 aprile 2005. Il 28 aprile 2005 (26 giorni dopo la morte) Benedetto XVI, suo successore da soli 9 giorni, autorizzò l’avvio della causa, che venne aperta ufficialmente il 28 giugno dello stesso anno (poco più di due mesi dopo la morte).

Tempi record, ma seguendo tutte le procedure previste dalla Chiesa, sia per la beatificazione che avvenne il 1 maggio 2011, a soli 6 anni e 29 giorni dalla morte di Giovanni Paolo II, sia per la canonizzazione avvenuta il 27 aprile 2014, a 9 anni e 25 giorni dalla scomparsa. L’altro caso riguarda Madre Teresa. Anche per lei Giovanni Paolo II autorizzò l’avvio della causa a soli quattro anni dalla morte (avvenuta il 5 settembre 1997) nel 2001. Due anni dopo, il 19 ottobre 2003, lo stesso Giovanni Paolo II proclama beata “la piccola matita nelle mani di Dio”, a 6 anni, un mese e 14 giorni dalla scomparsa. Più lunghi i tempi della canonizzazione, avvenuta il 4 settembre 2016.

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