mercoledì 26 aprile 2023
La prossima Assemblea generale, in ottobre, sulla sinodalità vedrà la partecipazione come membri votanti di almeno il 21% di religiosi e consacrate, laici e laiche di cui la metà dovranno essere donne
I cardinali Mario Grech, segretario generale, e Jean-Claude Hollerich, relatore generale della XVI Assemblea del Sinodo dei vescovi

I cardinali Mario Grech, segretario generale, e Jean-Claude Hollerich, relatore generale della XVI Assemblea del Sinodo dei vescovi - Siciliani

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La prossima Assemblea del Sinodo dei vescovi, pur conservando la «natura episcopale», vedrà la partecipazione come membri con diritto di voto anche una quota di almeno il 21% di religiosi e consacrate, di laici e laiche, di cui la metà dovranno essere donne. L’annuncio è stato dato oggi con un comunicato stampa della Segreteria generale del Sinodo a cui è seguito un breve briefing dei cardinali Mario Grech, segretario generale, e Jean-Claude Hollerich, relatore generale di questa XVI Assemblea generale che si celebrerà - sul tema della sinodalità - a Roma tra il 4 e il 29 ottobre prossimi in prima sessione e nel 2024 in seconda.

Nel comunicato si precisa che Papa Francesco, lo scorso 17 aprile - data in cui ha ricevuto in udienza i due porporati e padre Giacomo Costa -, ha approvato «l’estensione della partecipazione all’Assemblea sinodale a “non vescovi” (presbiteri, diaconi consacrate e consacrati, laici e laiche)». Una scelta, viene spiegato, che «si pone in continuità con la progressiva appropriazione della dimensione sinodale costitutiva della Chiesa e con la conseguente comprensione delle istituzioni attraverso cui essa si esercita». Finora le norme fissate nel Codice di diritto canonico erano tassative nello stabilire che nell’Assemblea del Sinodo dei vescovi erano da considerarsi membri solo i vescovi, eletti o nominati dal Papa, con in più «alcuni», dieci, religiosi chierici. Ora invece ci sarà un significativo numero di votanti “non vescovi”, tuttavia inferiore al 25% del totale dei circa 370 membri previsti. Comunque già nella Costituzione apostolica Episcopalis Communio del 2018 si stabiliva che «secondo il tema e le circostanze, possono essere chiamati all’Assemblea del Sinodo anche alcuni altri, che non siano insigniti del munus episcopale, il ruolo dei quali viene determinato di volta in volta dal Romano Pontefice». D’altra parte con la promulgazione, il 5 giugno 2022, della Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium, la “Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi” è diventata “Segreteria Generale del Sinodo”.

Concretamente le nuove disposizioni prevedono che i dieci chierici religiosi previsti in passato siano sostituiti da cinque religiose e cinque religiosi eletti, rispettivamente, dall’Usmi e dall’Uisg. Al posto degli uditori, che non avevano diritto di voto, ci saranno invece 70 membri non vescovi che verranno scelti dal Papa da un elenco di 140 persone individuate (e non elette) dalle sette Riunioni Internazionali di episcopati (Ccee per l’Europa, Celam per l’America latina, Usccb con Cccb per il Nordamerica, Secam per l’Africa, Fabc per l’Asia, Fcbco per l’Oceania, Assemblea Patriarchi delle Chiese orientali). «Si chiede - specifica il comunicato - che il 50% di loro siano donne e che si valorizzi anche la presenza di giovani». Nella loro individuazione inoltre si dovrà tener conto «non solo della loro cultura generale e della loro prudenza, ma anche della loro conoscenza, teorica e pratica, oltre alla loro partecipazione a vario titolo nel processo sinodale». Oltre che tra questi 70, ci potranno ovviamente essere “non vescovi” anche nella quota di membri nominati direttamente dal Pontefice.

Tutte le elezioni devono essere ratificate dal Papa. E - come avveniva anche in passato - finché non c’è la sua conferma, i nomi degli eletti non possono essere divugati. Per la prima volta, inoltre, appariranno al Sinodo le figure dei «facilitatori». Una scelta, ha spiegato Grech, nata dall’esperienza dei gruppi di studio, «che ci ha mostrato che questi esperti possono creare una dinamica che può portare frutti». Hollerich da parte sua ha sottolineato che per la prima volta saranno rappresentati in Assemblea, con un delegato da loro eletto, anche i Paesi che non hanno una Conferenza episcopale, come il Lussemburgo, Monaco, l’Estonia o la Moldavia.

Nel comunicato della Segreteria del Sinodo si sottolinea che la nomina dei 70 “non vescovi” «rinforza la solidità del processo nel suo insieme, incorporando nell’Assemblea la memoria viva della fase preparatoria, attraverso la presenza di alcuni di coloro che ne sono stati protagonisti, restituendo così l’immagine di una Chiesa-Popolo di Dio, fondata sulla relazione costitutiva tra sacerdozio comune e sacerdozio ministeriale, e dando visibilità alla relazione di circolarità tra la funzione di profezia del Popolo di Dio e quella di discernimento dei Pastori».

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