venerdì 27 maggio 2022
Il porporato 80enne rinuncia alla guida dell'arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve dopo aver lasciato la presidenza della Cei. «Starò fra la gente e gli ultimi»
Il cardinale Matteo Zuppi e il cardinale Gualtiero Bassetti durante il passaggio di testimone alla guida della Cei

Il cardinale Matteo Zuppi e il cardinale Gualtiero Bassetti durante il passaggio di testimone alla guida della Cei - Siciliani/Cei

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«Sono molto sereno». Da mezzogiorno di oggi, venerdì 27 maggio, il cardinale Gualtiero Bassetti è arcivescovo emerito. Infatti la Sala Stampa vaticana ha comunicato che papa Francesco «ha accettato la rinuncia al governo pastorale» dell’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve presentata dal porporato d’origine fiorentina dopo tredici anni di ministero nel capoluogo umbro. In contemporanea è stato lo stesso Bassetti a dare l’annuncio nella Curia di Perugia convocando il personale diocesano. Il cardinale ha ringraziato i collaboratori e ha spiegato che, secondo le disposizioni canoniche, la guida dell’arcidiocesi viene assunta in modo temporaneo dal vescovo ausiliare e vicario generale, Marco Salvi, in attesa che entro otto giorni si riunisca il Collegio dei consultori chiamato a scegliere il nome dell’amministratore diocesano. Sarà lui a traghettare la Chiesa locale fino all'insediamento del successore di Bassetti a cui l’ex presidente della Cei consegnerà il pastorale. «Continuerò ad ascoltare e ad amare la gente perché l’amore è la molla che muove la vita», ha detto ai giornalisti.

Era stato Bassetti a rivelare giovedì della scorsa settimana, 19 maggio, a conclusione del convegno a Perugia su Giorgio La Pira, di aver «rimesso il mio mandato nelle mani del Papa» che lo aveva ricevuto in udienza la mattina dello stesso giorno. Una decisione, quella del cardinale, legata sia al fatto di aver «compiuto ad aprile 80 anni», sia alla «scadenza del mio incarico di presidente della Conferenza episcopale italiana» che gli imponeva di restare titolare di una diocesi italiana.

L'annuncio ufficiale della rinuncia è arrivato mentre veniva diffuso il Comunicato finale dell'Assemblea generale che ha visto Bassetti per l'ultima volta presidente della Cei. Infatti martedì scorso ha lasciato la presidenza della Cei annunciando ai vescovi italiani il nome del suo successore: il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna. L’ideale passaggio di testimone è avvenuto all’ora di pranzo quando il cardinale toscano ha reso noto la decisione di Francesco di nominare Zuppi alla guida dell’episcopato italiano scegliendo il suo nome fra quelli inseriti nella terna votata dai vescovi della Penisola. Bassetti era diventato presidente della Cei nello stesso giorno di cinque anni prima: il 24 maggio 2017.

Al cardinale sono giunti i ringraziamenti dei vescovi dell’Umbria che, come evidenzia una nota della Conferenza episcopale regionale, «si stringono con ammirazione e riconoscenza» attorno a lui nel giorno in cui lascia il servizio episcopale nella Chiesa di Perugia-Città della Pieve. I pastori «ricordano con gratitudine la ricca umanità e la sapienza ecclesiale con cui ha accompagnato in questi anni la Conferenza episcopale umbra e il suo cammino, anche mentre ricopriva l’incarico prestigioso e particolarmente impegnativo di presidente della Cei». E aggiungono: «La sua generosa dedizione capace di tessere relazioni per favorire e rafforzare la comunione rimane per noi esempio “alto” di arte pastorale e preziosa eredità da raccogliere e custodire. Siamo certi di poter contare ancora sulla sua compagnia e sul suo consiglio, e gli auguriamo un tempo sereno e fecondo di frutti».

L'ex presidente della Cei si ritirerà nel palazzo vescovile di Città della Pieve. E, come aveva spiegato nella sua ultima intervista ad Avvenire, avrà uno sguardo privilegiato verso gli ultimi: «L’Umbria è terra di carità: basti pensare a san Francesco. Allora anch’io cercherò di fare altrettanto, dedicandomi ai più fragili, ai malati, ai carcerati. Mettendomi a servizio delle opere-segno attive sul territorio, offrirò quel poco che può ancora donare un uomo di 80 anni: una carezza, un sorriso, qualche parola di conforto, la benedizione del Signore». Nella nuova residenza porterà la sua vasta biblioteca: «Desidererei che questo patrimonio non vada disperso».

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