sabato 1 febbraio 2020
Nella Festa della presentazione di Gesù al tempio, la XXIV edizione della Giornata dedicata a chi ha offerto la sua esistenza interamente a Dio.
Papa Francesco con un gruppo di suore durante l'udienza del mercoledì in Aula Paolo VI il 7 agosto 2019

Papa Francesco con un gruppo di suore durante l'udienza del mercoledì in Aula Paolo VI il 7 agosto 2019 - ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

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L’occasione per riflettere sulla bellezza di un’esistenza donata interamente a Dio. Sulla preghiera che ne è nutrimento. Sulla carità, stile e traduzione in testimonianza quotidiana della Buona Notizia. Ogni anno la Giornata mondiale della vita consacrata, di cui nel 2020 si celebra la 24ª edizione, porta con sé l’invito a conoscere meglio chi ha scelto di seguire Gesù più da vicino e per dirgli grazie. Al tempo stesso offre ai religiosi e alle religiose l’opportunità di riflettere sul senso della loro chiamata e per rinfrescarne le motivazioni, se necessario.

La stessa scelta della data va in questa direzione. La presentazione di Gesù al tempio che si festeggia il 2 febbraio, infatti, è un’eloquente icona – scrive nel 1997 Giovanni Paolo II nel Messaggio per la I Giornata – «della totale donazione delle propria vita per quanti sono stati chiamati a riprodurre nella Chiesa e nel mondo mediante i consigli evangelici, i tratti caratteristici di Gesù, vergine, povero e obbediente».

Di qui l’invito rivolto all’intero popolo di Dio di conoscere e stimare di più chi sceglie di consacrarsi. Sollecitazione e insieme richiamo alla responsabilità che certo non mancheranno nella parole di papa Francesco che, in occasione della Giornata, oggi celebrerà la Messa, alla 17 in San Pietro. La vita consacrata – disse l’anno scorso – «è lode che dà gioia al popolo di Dio e visione profetica». Ci spiega, ci indica, ci «rivela quel che conta» davvero.

IL LIBRETTO DELLA CELEBRAZIONE


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