sabato 4 marzo 2023
Alla redazione di “Donne Chiesa mondo”, mensile collegato all’Osservatore Romano, Bergoglio ha sottolineato la capacità femminile di usare tre linguaggi insieme: della mente, del cuore, delle mani
L’udienza di papa Francesco alla redazione del mensile “Donne Chiesa mondo”

L’udienza di papa Francesco alla redazione del mensile “Donne Chiesa mondo” - Vatican Media

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La donna «ha la capacità di avere tre linguaggi insieme: quello della mente, quello del cuore e quello delle mani. E pensa quello che sente, sente quello che pensa e fa, fa quello che sente e pensa. Non dico che tutte le donne lo facciano, ma hanno quella capacità, ce l’hanno. Questo è grandioso». Sono parole che Papa Francesco ha rivolto alla redazione di “Donne Chiesa Mondo” nell’udienza che si è svolta nella Sala dei Papi del Palazzo Apostolico ieri mattina. L’occasione era data dal decimo anniversario dell’inserto mensile de L’Osservatore Romano e dal quarto anniversario, con il prossimo numero di maggio, dell’attuale comitato coordinato da Rita Pinci che, a nome di tutta la redazione, si è rivolta al Pontefice sottolineando la bellezza di fare squadra.

Nel suo «breve ma intenso discorso», riferisce L’Osservatore Romano, Francesco ha confidato di leggere “Donne Chiesa Mondo” «fin da quando era coordinatrice la professoressa Scaraffia». «Sempre l’ho letto, perché mi piace, mi piace questa sfida che è già nel titolo», ha specificato.

E poi ha aggiunto: «Le donne hanno una capacità di gestire e di pensare totalmente differente da noi e anche, io direi, superiore a noi, un altro modo. Lo vediamo in Vaticano, anche: dove abbiamo messo donne, subito la cosa cambia, va avanti. Lo vediamo nella vita quotidiana, tante volte io lo vedevo quando passavo con il bus, facendo la coda per visitare nel carcere i loro figli e le donne lì: la donna che mai lascia il figlio, mai! E mi ricordo un sindacalista bravo, che è morto, che mi diceva che a 20-21 anni si dava alla bella vita e abitava con la mamma, entrambi poveri, e lui dormiva nell’ingresso della piccola casa; al mattino lui, ancora ubriaco dalla sera prima, vedeva la mamma che usciva dalla sua stanza, si fermava, lo guardava con tenerezza e se ne andava a lavorare, da donna di servizio, per un compenso minimo. È stato quello sguardo, “forte e mite” — così mi disse — “che un giorno ha toccato il cuore e sono cambiato”. E quest’uomo è diventato un grande sindacalista».

«Le donne, le donne: noi usiamo il femminile come una cosa di scarto, di gioco, di scherzo», ha sottolineato il Papa. «Una volta – ha proseguito citando la presidente della Commissione europea - ho chiesto a Von der Leyen “Mi dica, signora: lei è un medico e ha sette figli, che chiama al telefono ogni pomeriggio; mi dica: com’è riuscita a sbloccare quell’opposizione del Rapporto dell’Ue all’Europa durante il Covid, la questione del Benelux e di qualche altro Paese che si contrapponevano, come ha fatto?”. Lei mi guardò e in silenzio e cominciò a gesticolare con le mani in modo operoso, io la guardavo attentamente, osservando le sue mani e alla fine disse: “Come facciamo noi mamme”.

È così, è un’altra strada, è un’altra categoria di pensiero, ma non solo pensiero: pensiero, sentimento e opere». Da qui la sottolineatura del fatto che la donna ha appunto «la capacità di avere tre linguaggi insieme: quello della mente, quello del cuore e quello delle mani». «Per questo, - ha concluso Francesco prima di salutare tutte le presenti - mi piace leggere e incoraggiare questo mensile, e non è una sorta di femminismo clericale del Papa, no! È aprire la porta a una realtà, una riflessione che va oltre. Per questo vi ringrazio tanto e ora vi saluto una ad una».


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