La Supplica alla Madonna del Rosario di Pompei per la pace nel mondo

La preghiera del beato Bartolo Longo recitata nelle chiese di tutto il mondo. La Santa Messa officiata dal cardinale Filoni
October 3, 2020
La Supplica alla Madonna del Rosario di Pompei per la pace nel mondo
. | Il Santuario di Pompei
Pompei, città della fede e della carità, ha accolto domenicai fedeli convenuti per la recita solenne della Supplica. In numero minore rispetto al passato e ben distanziati, nel rispetto delle norme anticovid, i devoti della Madonna di Pompei non hanno voluto mancare all’appuntamento con Maria nella prima domenica di ottobre, mese dedicato in modo speciale al Rosario.
A presiedere la Messa e la Supplica è stato il cardinale Fernando Filoni, gran maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, che, nell’omelia, ha sottolineato che «venire a Pompei significa venire a una scuola, quella di Maria dove si apprende che cos’è la fede, si impara a pregare e a dilatare il cuore nella carità. Pompei è anche una palestra che ci permette di uscire da una pigrizia spirituale e da una visione della vita arrotolata su se stessa. Qui il respiro di Dio genera la pace interiore, rinnova la speranza, fa comprendere che la fede non è estranea alla storia della vita e a quella del mondo».
E di fede vissuta concretamente e coniugata alla carità parlano, da oltre 130 anni, le numerose opere sociali del santuario di Pompei, alcune delle quali visitate sabato dal porporato, che racconta di esserne «rimasto edificato, favorevolmente sorpreso di vedere come, attorno a questo Santuario, albero sotto cui tanti vengono a trovare rifugio, ci siano così splendidi fiori. Così dobbiamo riconoscere che, accanto al miracolo del vino, c’è anche quello del pane, lo stesso che permise presso il lago di Tiberiade di saziare migliaia di persone con cinque pani e pochi pesci. Le opere di carità attorno a questo Santuario parlano di una moltiplicazione senza fine: di una lunga mensa per i poveri, di asili per madri e bambini in difficoltà, di centri per il recupero dalle dipendenze più distruttive e di accoglienza di migranti che giungono attraversando pericolosamente il Mediterraneo».
L’eredità del fondatore, il beato Bartolo Longo, di cui il 5 ottobre si è celebrata la memoria liturgica, nel 94° anniversario della morte, prosegue anche oggi e non si è mai fermata, neanche durante il lockdown, quando la fantasia della carità ha trovato mille modi per sostenere le persone bisognose, rese ancor più fragili dall’emergenza sanitaria e socio-economica.
Nello stesso periodo la preghiera del Rosario, fondamento stesso del santuario di Pompei, irradiata dalla tv e dai canali social del santuario «ha legato in un’unica catena d’amore milioni di devoti della Vergine di Pompei sparsi in tutto il mondo. Ci ha fatto sentire davvero tutti fratelli, così come ci esorta papa Francesco, del quale oggi ricorre la festa onomastica e che, appena ieri, sulla tomba del santo di Assisi, ha firmato l’enciclica Fratelli tutti, sulla fraternità e l’amicizia sociale», come ha ricordato, nel saluto iniziale, l’arcivescovo prelato di Pompei, Tommaso Caputo.
Il presule ha poi rimarcato la felice coincidenza tra la festa di san Francesco e la preghiera solenne della Supplica che «mette in luce il forte legame tra il nostro fondatore e il Poverello di Assisi, come scriveva nel 1992 il mio amato predecessore, il servo di Dio Francesco Saverio Toppi, religioso francescano: “Bartolo Longo additava in Francesco la figura della carità, della fratellanza universale e della pace. Quanto si proponeva con le opere caritative era un ideale che gli veniva ispirato in modo particolare dalla spiritualità francescana. Questa si armonizzava in lui a meraviglia con la spiritualità domenicana in una sintesi perfetta e operosa”».

Le parole della supplica di Pompei

© RIPRODUZIONE RISERVATA