Don Giovanni Nervo, chiesto l’avvio della causa di beatificazione

Pubblicato l’editto, firmato dal vescovo Cipolla, che annuncia la richiesta del postulatore di dare il via alla causa del sacerdote che fu primo presidente di Caritas Italiana
September 16, 2025
Don Giovanni Nervo, chiesto l’avvio della causa di beatificazione
foto Caritas Italiana | Don Giovanni Nervo (1918-2013), primo presidente di Caritas Italiana e Fondazione Zancan
È stato pubblicato oggi a Padova l'editto con cui si annuncia la richiesta di avviare la causa di beatificazione e canonizzazione di don Luigi Nervo (1918-2013), fondatore e primo presidente della Caritas Italiana e della Fondazione Zancan. L'editto porta la data del 9 settembre. Il documento è stato firmato dal vescovo di Padova, Claudio Cipolla, e dal cancelliere vescovile Sara Ruffino.
«Nel corso degli anni, dopo la sua morte - si legge nell'editto - si radicò sempre più la convinzione, tra quanti lo conobbero, che don Giovanni era un cristiano autentico, un prete vero, un testimone della giustizia e della carità verso Dio e verso il prossimo. Questa convinzione ha dilatato la fama di santità del sacerdote Giovanni Nervo tanto che la diocesi di Padova, la Caritas italiana, la fondazione E. Zancan, attraverso i loro rappresentanti, si sono trovati concordi nell'affidare ad un postulatore, il diacono Francesco Armenti, di presentare formale richiesta affinché venga dato inizio alla causa di beatificazione e canonizzazione del sacerdote Giovanni Nervo».

Gli scritti di don Nervo e le «notizie» sulla sua «fama di santità»

Con la pubblicazione dell’editto viene chiesto ai fedeli che «avessero notizie, dalle quali si possano in qualche modo arguire elementi favorevoli o contrari alla fama di santità del suddetto sacerdote, o fossero in possesso di scritti a lui attribuiti (diari, lettere od ogni altro scritto privato) o in qualunque modo pertinenti alla Causa, che non siano già stati consegnati alla postulazione» di contattare il Tribunale diocesano di Padova (via san Tomaso 5; telefono 0498226131; cellulare 3514013435, causesanti@diocesipadova.it).
Viene inoltre stabilita l’affissione dell’editto per un mese nella Basilica Cattedrale, nelle chiese parrocchiali di Santa Sofia in Padova e Santa Giustina vergine e martire in Solagna (Vicenza); nella bacheca dell’Istituto vescovile Barbarigo e la pubblicazione nel sito diocesano, nelle sedi centrali e nei siti della Caritas italiana e della Fondazione E. Zancan, nonché nelle sedi diocesane della Caritas italiana presenti in tutta Italia e in qualunque luogo che possa essere legato alla figura di don Giovanni Nervo.

Prete partigiano, fra mondo del lavoro e nascita della Caritas

Don Giovanni Nervo, presbitero della diocesi di Padova, è nato il 13 dicembre 1918 a Casalpusterlengo (Lodi) dove la famiglia a motivo della Prima guerra mondiale si era rifugiata dalla natia Solagna (Vicenza). In risposta alla chiamata del Signore, avvertita fin da piccolo, entrò in seminario a 13 anni e il 6 luglio 1941 venne ordinato sacerdote dal vescovo Carlo Agostini. Incaricato come assistente all’Istituto vescovile Barbarigo, condivise l’esperienza della Resistenza padovana.
Dal 1945 al 1950 fu assistente spirituale delle Acli e, successivamente, cappellano di fabbrica dell’Opera nazionale di assistenza religiosa e morale degli operai - Onarmo fino al 1963, diventandone responsabile nazionale fino al 1965. Negli stessi anni insegnò religione all’istituto di ragioneria “Calvi” di Padova. Nel 1951 istituì la “Scuola superiore di Servizio sociale” e nel 1964 la Fondazione E. Zancan di cui sarà presidente fino al 1997 e poi presidente onorario. Dal 1965 al 1969 don Giovanni fu parroco di Santa Sofia in Padova, ma lui stesso chiese di essere esonerato dall’incarico, consapevole di non poter svolgere adeguatamente questo compito per tutti gli impegni che aveva.
L’esperienza più importante e centrale del suo sacerdozio e della vita pastorale fu la Caritas italiana, costituita dalla Conferenza episcopale italiana il 2 luglio 1972, della quale fu presidente dal 1971 al 1975 e poi vicepresidente fino al 1986. La sua priorità in questo ambito fu di dar vita in ogni diocesi alla Caritas come espressione costitutiva, assieme all’annuncio della Parola e della vita liturgica, dell’essere Chiesa. Conclusa l’esperienza in Caritas italiana, don Giovanni fu chiamato presso la Cei come coordinatore dei rapporti tra la Chiesa e le istituzioni fino al 1991, quando ritornò definitivamente a Padova dove, su incarico del vescovo Antonio Mattiazzo, continuò a coordinare i rapporti Chiesa-istituzioni-territorio nella diocesi di Padova e il suo lavoro presso la Fondazione Zancan, non cessando di divulgare il suo pensiero in merito alla giustizia sociale con particolare attenzione ai poveri e alle situazioni più disagiate della società.
Morì all’Opera della Provvidenza Sant'Antonio, a Sarmeola di Rubano (Padova) il 21 marzo 2013.

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