Caritas: le nuove povertà ci interpellano

A Quartu Sant'Elena il Convegno delle Caritas diocesane. L'intervento del presidente Giuseppe Merisi.
March 30, 2014
Rinnovare le forme di intervento con passione ed equilibrio per affrontare le nuove povertà nelle periferie delle città e dell’esistenza. Per il vescovo di Lodi Giuseppe Merisi, presidente della Caritas italiana, che ha aperto ieri il 37° convegno nazionale delle Caritas diocesane in programma fino a giovedì a Quartu Sant’Elena si deve ripartire dall’Evangelii Gaudium e dall’incoraggiamento del cardinale Bagnasco nell’ultima Prolusione del 24 marzo allo «spiegamento di persone e di risorse che umilmente affronta un’onda sempre più grande e minacciosa». E Merisi a queste persone ha ricordato i punti salienti del rapporto 2014 sulla povertà della Caritas Italiana appena pubblicato: «L’aumento della richiesta di aiuto soprattutto degli italiani ai centri di ascolto; la complessità dei casi sociali che comporta che non tutte le persone in difficoltà vengano prese in carico direttamente e l’impoverimento costante del ceto medio e dei gruppi sociali tradizionalmente estranei al disagio sociale». Ha sottolineato anche il legame tra separazione e alcune forme di povertà e disagio e ha ribadito che la risposta della Chiesa italiana si concretizza in 1.148 iniziative. «Secondo i dati Eurostat – ha aggiunto – il 25% della popolazione europea è a rischio di esclusione. Emergono dalla crisi nuove forme di povertà e nuove domande sociali, che interpellano le comunità locali e richiedono l’attivazione di rinnovate forme di intervento da parte delle Caritas».Quanto alle tragedie dell’immigrazione, per Merisi è necessario «un cambio di atteggiamento verso i migranti e rifugiati da parte di tutti; il passaggio da un sentimento di difesa e paura, di disinteresse o di emarginazione – che, alla fine, corrisponde proprio alla “cultura dello scarto” – alla cultura dell’incontro, l’unica capace di costruire un mondo più giusto e fraterno, un mondo migliore». In particolare per l’accoglienza dei profughi ha chiesto «un cambio di passo urgente e necessario», ovvero forme di collaborazione stabile tra istituzioni nazionali e locali e i principali organismi umanitari direttamente coinvolti nell’accoglienza per «pianificare gli interventi ed evitare l’emergenza».Infine, un cenno al nuovo esecutivo: «In spirito di collaborazione e nell’ottica del bene comune, auspichiamo che per il nostro Paese possa esserci un’inversione di rotta e che il nuovo governo riesca a mettere in movimento crescita e sviluppo, richiamando tuttavia il mercato a una vocazione originaria e perduta di inclusione sociale»,Merisi ha ricordato la partecipazione della Caritas a Expo 2015 per proporre la propria visione sul tema del cibo per tutti e ha annunciato l’istituzione, in occasione del primo anniversario della scomparsa di monsignor Giovanni Nervo, del premio “Teologia e pastorale della carità” per la formazione del clero, dei diaconi permanenti, degli insegnanti di religione, degli operatori e animatori pastorali. Verrà assegnato il prossimo 13 dicembre, data di nascita del prete partigiano che dedicò la vita alla Caritas e ai poveri.

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