Professione influencer? Queste saranno le regole da rispettare d'ora in poi

L'approvazione del codice di condotta da parte dell'Authority per le Comunicazioni impone regole nuove: chi ha più follower dovrà seguire criteri stringenti in tema di responsabilità e riconoscibi
August 10, 2025
Professione influencer? Queste saranno le regole da rispettare d'ora in poi
Icp |
Lo scorso gennaio, la codifica ateco per gli influencer aveva aperto la strada al riconoscimento formale della loro attività. Il nuovo codice di condotta approvato da Agcom il 23 luglio in materia di pubblicità occulta, tutela della dignità umana, protezione dei minori e delle donne e diritto d’autore, tra i primi in Europa, punta a regolamentare il lavoro dei «content creator» rendendoli a tutti gli effetti liberi professionisti.
Un giro di vite su un mercato strategico che muove solo nel nostro Paese oltre 350 milioni di euro (dati 2025) tra follower e visualizzazioni ma che mostra ancora tanti lati oscuri quanto a responsabilità, riconoscibilità e trasparenza sui contenuti diffusi. Proprio questi numeri decideranno chi dovrà attenersi al Codice, redatto con il contributo dei rappresentanti del settore e basato su linee guida ispirate dal testo unico dei servizi dei media audiovisivi che gli operatori del settore, assimilati per proporzioni e platea raggiunta a quelli del campo editoriale, sono tenuti a rispettare: le norme si applicheranno ai cosiddetti «influencer rilevanti», ossia quelli con un seguito pari a 500mila follower o un numero di visualizzazioni medie mensili pari a un milione su almeno una delle piattaforme di social media o di condivisione video utilizzate.
Cifre che pongono questi soggetti sullo stesso piano di emittenti radiotelevisive e impongono una stretta. I loro nomi, anche nel caso di minorenni, verranno indicati in maniera ufficiale su un elenco stilato ad hoc e pubblicato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, al quale gli interessati avranno l’obbligo di iscriversi entro sei mesi dalla pubblicazione del Codice compilando un apposito modulo sul sito web di Agcom. La mancata iscrizione non escluderà comunque il creator dall’obbligo di adeguarsi, mentre la sua attività sarà monitorata con appositi sistemi, verifiche periodiche e, in caso di violazioni, sanzionata con multe da 250mila fino a 600mila euro, quando l’illecito riguarda la tutela di bambini e adolescenti. «Il nostro obiettivo è dare regole semplici e direttamente applicabili agli influencer a tutela della loro professione e degli utenti» ha spiegato il commissario dell’Autorità Massimiliano Capitanio annunciando il via libera al Codice, arrivato dopo un tavolo tecnico e una consultazione pubblica. «Le nuove regole – ha dichiarato invece il presidente Giacomo Lasorella – sono un ulteriore conferma dell’impegno dell’autorità a tutela dei cittadini e del mercato per un mondo digitale sicuro e affidabile».
Ma cosa stabilisce il regolamento nel dettaglio? Alcuni principi fondamentali sintetizzati in pochi significativi punti: correttezza e imparzialità dell’informazione, rispetto della dignità umana e contrasto ai discorsi d’odio, protezione della proprietà intellettuale e trasparenza nelle comunicazioni commerciali con l’obbligo di esplicitare, come prescritto già dal regolamento di autodisciplina pubblicitaria, quando un contenuto ha finalità promozionale. Un passo avanti rispetto al semplice hashtag #adv sotto ai singoli post, che prevede di esplicitare chiaramente nel testo del contenuto la collaborazione di natura pubblicitaria con marchi e aziende, specie quando si tratta di prodotti “delicati” come le bevande alcoliche. Al centro c’è soprattutto l’attenzione nei confronti della persona e dei suoi diritti, che l’influencer deve salvaguardare fornendo informazioni accurate e imparziali ed evitando di promuovere stereotipi negativi verso categorie specifiche e minoranze.
A tal proposito, i creator sono tenuti a contrastare e prevenire qualsiasi forma di discriminazione e di istigazione alla violenza e a non rendere pubblico ciò che risulta nocivo allo sviluppo dei minori (o, se accade, a indicarne e specificarne la presenza) né a sfruttare tecniche subliminali per la creazione di contenuti approfittando di inesperienza e credulità degli utenti. Quanto al diritto d’autore, i lavoratori della rete devono impegnarsi a non pubblicare prodotti protetti da proprietà intellettuale o industriale.
La svolta promossa da Agcom attraverso l’approvazione del Codice ha raccolto il plauso di sigle e istituzioni, come l’Unione Nazionale Consumatori, che ha parlato di «passo avanti importante nella lotta contro la pubblicità occulta» invocando però l’estensione del provvedimento anche agli influencer “non rilevanti” e un focus specifico su altre voci delicate come il gioco d’azzardo. Più di qualche perplessità invece per il Codacons, che critica duramente «la totale assenza di misure contro le alterazioni create dall’intelligenza artificiale e le false interazioni» e la limitata possibilità di applicazione delle misure «solo a chi opera nel contesto italiano», che consentirebbe di aggirare l’ostacolo dall’estero.

© RIPRODUZIONE RISERVATA