sabato 23 ottobre 2021
Dopo il caso della sexy-Spigolatrice di Sapri, il censimento dell'associazione Mi riconosci. Sono appena 148, quasi assenti nelle grandi città
La statua di Cristina Trivulzio di Belgioioso

La statua di Cristina Trivulzio di Belgioioso - Fotogramma

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Quante sono le statue e i monumenti "al femminile" in Italia? La domanda, niente affatto oziosa, si è posta negli ultimi mesi in due diverse occasioni. La prima il 15 settembre quando a Milano è stata inaugurata la statua dedicata a Cristina Trivulzio di Belgioioso, nella centralissima piazzetta omonima, e si disse che era la prima in città dedicata a un personaggio femminile (senza contare, ovviamente, le sante o la Madonna o figure mitologiche). La seconda occasione fu, pochi giorni dopo, la nuova statua della Spigolatrice, a Sapri, rappresentata in fattezze inutilmente sexy e conturbanti.

Dopo entrambi questi episodi, l'associazione Mi Riconosci, che dal 2015 raggruppa professionisti dei beni culturali, ha chiesto al proprio pubblico di segnalare statue e monumenti femminili in tutta Italia, e integrando poi questi dati con altre informazioni di cui era già in possesso.

Ebbene: sono 148. Si tratta di monumenti e statue dedicate a donne realmente vissute, a figure anonime collettive (la moglie, la partigiana, la mondina... ) che si trovano in spazi pubblici come piazze, giardini e strade. Sono state escluse le figure allegoriche come la Patria o la Vittoria, la Madonna e le statue che si trovano in cortili privati e pubblici (anche di scuole e ospedali) e cimiteri.

Nelle maggiori città italiane i monumenti dedicati a donne sono pressoché assenti: mettendo insieme Roma, Napoli, Milano, Torino, Firenze, Bologna, Bari, Palermo, Cagliari e Venezia, arriviamo a un totale di 20 di cui solo 8 sono vere e proprie statue o monumenti figurati.

Dei 148 monumenti e statue censiti, solo il 36% è collocato in una piazza; il restante si trova agli incroci o ai lati di strade, o in parchi. Il 14% sono busti, il 4% fontane, il 2% gruppi che vedono anche la presenza di uomini o bambini.

Dai dati si deduce che molto poche sono le donne ricordate per meriti che non siano strettamente legati al sacrificio o alla cura, fa notare l'associazione Mi Riconosci. I monumenti dedicati a donne realmente vissute in Italia sono pochissimi: Grazia Deledda, Maria Montessori, suor Maria De Mattias.

Su 148 opere censite, ben 60 sono figure anonime collettive: di queste il 12,5% rappresenta partigiane, mentre il 70% professioni particolarmente faticose sul piano fisico, come mondine o lavandaie.

Nessun monumento ricorda, ad esempio, le levatrici, le impiegate o le scienziate.

La sproporzione riguarda anche l'autore/autrici delle statue: 120 opere su 148 hanno un’attribuzione certa, di queste solo il 5% è stato realizzato da donne, il 5% vede la collaborazione tra autori e autrici, mentre il restante 90% è a firma solo maschile.

Le promotrici sottolineano anche la tendenza a rappresentare la figura femminile in maniera stereotipata: molte statue infatti hanno atteggiamenti sensuali o sono connotate da dettagli leziosi. “Il nostro obiettivo non è puntare l’attenzione su un’assenza da colmare – conclude Ludovica Piazzi, storica dell'arte e promotrice dell'indagine per Mi Riconosci – ma indurre la riflessione su quello che ci appare alla vista: statue che nella maggioranza dei casi di femminile hanno solo il soggetto. Rileviamo il netto incremento negli ultimi anni di statue dedicate a donne reali e figure femminili collettive, ma queste opere vanno davvero a riequilibrare la presenza femminile nello spazio pubblico?”.

L’Associazione assicura che continuerà a raccogliere segnalazioni: questi primi risultati verranno rielaborati e analizzati nelle prossime settimane, con la pubblicazione nel sito www.miriconosci.it di una mappa interattiva che riporti tutti i monumenti femminili presenti in Italia, e un ciclo di dibattiti sul tema.

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