mercoledì 21 settembre 2016
Dopo un ricorso gli istituti no profit attendono che si pronunci il Consiglio di Stato.
Scuole paritarie in difficoltà: fondi bloccati
COMMENTA E CONDIVIDI
"Siamo sull'orlo del baratro". è un vero e proprio grido di dolore e di denuncia quello che Roberto Gontero, presidente nazionale dell'Associazione nazionale genitori scuole cattoliche (Agesc) lancia per l'ennesima volta sulla sorte delle scuole paritarie. La sua è la voce di chi sceglie di iscrivere i figli alla scuola pariataria, esercitando il diritto costituzionale della libertà di scelta in campo educativo. Ma ancora una volta il blocco dei fondi dello Stato verso la scuola paritaria mette a rischio questo diritto. "Il tutto mentre lo Stato trova comunque 240 milioni di euro (grazie a fondi europei) per tenere aperte le scuole al pomeriggio" aggiunge Gontero, precisando di "non essere contrario al progetto, ma non posso non constatare che quando si tratta di trovare una soluzione per questo segmento della scuola italiana non si riesce mai nell'intento". A creare per l'ennesima volta una situazione drammatica per gli istituti non statali è, a dire il vero, una "questione interna" a questo segmento del sistema scolastico italiano. Nei mesi scorsi l'Aninsei aveva presentato un ricorso a Consiglio di Stato contro i criteri di assegnazione dei fondi statali del ministero dell'Istruzione, che prevedevano una priorità per i gestori non profit delle scuole paritarie. Ricorso accolto a fine gennaio 2016, che ha costretto il ministero dell'Istruzione a riscrivere i criteri di assegnazione dei 500 milioni di euro stanzati in finanziaria per la scuola paritaria. Decreto che ha dovuto ripassare al vaglio della Corte dei Conti, che ha utilizzato tutto il tempo a sua disposizione. E così si è arrivati a metà di agosto 2016, quando il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini ha firmato il nuovo decreto di attribuzione dei fondi. Ma anche per questo secondo decreto è stato presentato dall'Aninsei un ricorso al Consiglio di Stato, la cui sentenza è attesa per il 23 settembre. Nel frattempo i fondi restano nelle casse del ministero, mentre quelle delle scuole paritarie risultano sempre più vuote. "E così la nostre scuole sono costrette a indebitarsi con le banche, nell'attesa di vedere arrivare fondi dello Stato" denuncia con forza Gontero, che ha inviato una lettera aperta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella illustrando la situazione "non più sosteniibile" e il rischio di "non vedere rispettati i dettami costituzionali, du cui lui è garante". Anche per questo il presidente nazionale dell'Agesc ha chiesto di essere ricevuto al Quirinale per esporre al presidente Mattarella (che tra l'altro è stato ministro dell'Istruzione nella sua carriera parlamentare) la situazione. "Quando una scuola paritaria chiude viene meno un pezzo di libertà culturale del nostro Paese - incalza Roberto Gontero presidente Agesc - e la scuola unica non può che preludere ad una ‘educazione di Stato’. Siamo il fanalino di coda dell’Europa in materia di libertà di scelta educativa, che in Italia rimane un sogno per migliaia di genitori". "Siamo davvero davanti a una guerra tra poveri" commenta sconsolato Roberto Gontero dell'Agesc, con il risultato "di far morire una realtà, come quella della scuola paritaria, che fa risparmiare alcuni miliardi di euro allo Stato, e rappresentano un patrimonio educativo importante per il nostro Paese".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: