giovedì 2 aprile 2020
Al Ministero stanno valutando diversi scenari. Ma se le scuole non riapriranno, questo è il più probabile
Mobilitazione degli studenti online per la maturità

Mobilitazione degli studenti online per la maturità - Ansa

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Sulla Maturità 2020 il ministero dell'Istruzione sta lavorando a un decreto che sarà portato in uno dei prossimi Consigli dei ministri, forse già in quello convocato per domani. Sul dossier i tecnici di viale Trastevere sono al lavoro da settimane. «Il confronto è aperto e a giorni saranno comunicate decisioni ufficiali», si legge in una nota del Miur. Sul proseguimento e la conclusione dell'anno scolastico, ieri si è tenuto un vertice di maggioranza convocato dalla ministra Lucia Azzolina, che ha confermato che «l'esame di Maturità ci sarà» e che «sarà serio». La ministra ha comunque escluso categoricamente che ci possa essere una sorta di “liberi tutti”, con la promozione e l'ammissione all'esame assicurata a prescindere dai risultati scolastici. Niente “6 politico”, insomma. Una posizione che Azzolina ha sostenuto fin dall'inizio dell'emergenza e che ha ribadito anche ieri ai suoi più stretti collaboratori.

Molteplici scenari in campo

Le modalità di svolgimento delle prove sono oggetto di valutazioni e gli esperti stanno lavorando a «molteplici scenari». Tutto, però, dipenderà dalla riapertura o meno delle scuole. Al momento, come comunicato dal ministro della Salute, Roberto Speranza, gli edifici scolastici resteranno chiusi almeno fino al 13 aprile. Poi si vedrà anche se è alquanto improbabile che le lezioni in presenza possano riprendere prima di maggio. Una “data limite” non è stata fissata, ma è plausibile che, se si dovesse tornare in classe entro metà maggio, quindi con ancora qualche settimana di lavoro davanti, la prova possa essere svolta secondo le modalità tradizionali. Magari con il secondo scritto affidato alle singole Commissioni che, come annunciato la scorsa settimana dalla Ministra in Parlamento, saranno composte esclusivamente da membri interni, mentre il presidente sarà esterno. Questo, dunque, lo scenario “A”.

Verso il “piano B”

Il “piano B”, invece, sarà messo in campo qualora l'anno scolastico dovesse continuare e concludersi online, soluzione al momento molto probabile e suggerita anche dagli epidemiologi. Permettere il rientro in classe, infatti, darebbe il via allo spostamento di oltre 10 milioni di persone, tra studenti, genitori, insegnanti, dirigenti, personale amministrativo e Ata. Una massa enorme che andrebbe ad affollare non soltanto le aule, ma anche e soprattutto, strade e mezzi pubblici. Se, quindi, le scuole non dovessero riaprire, lo scenario più probabile è che la Maturità 2020 si svolga soltanto attraverso un esame orale, con eventualmente l'aggiunta di una tesina che il candidato dovrà presentare alla Commissione. A questo secondo scenario stanno già lavorando alcune scuole-pilota, quelle più avanti nell'attuazione della didattica a distanza. In alcuni istituti, come il “Majorana” di Brindisi, da settimane si fanno simulazioni di colloqui orali, cercando di riproporre, a distanza, le modalità “tradizionali” dell'interrogazione d'esame.

Gli studenti chiedono «certezze»

«L'ipotesi che le lezioni non riprendano prima della metà di maggio è concreta – conferma Federico Allegretti, coordinatore della Rete degli Studenti medi – e noi, considerando questo scenario possibile, avevamo chiesto da subito che si rivedesse la struttura della Maturità, mantenendo l'orale, ma togliendo gli scritti, che avrebbero potuto mettere in difficoltà i ragazzi, che non hanno avuto il tempo di esercitarsi attraverso le simulazioni. Chiediamo che l'ufficialità arrivi al più presto: la Maturità non è uno scherzo, agli studenti servono certezze!».

Di un «provvedimento ad hoc «assolutamente indispensabile», si è parlato, sempre ieri mattina, durante un vertice, in teleconferenza, tra la ministra Azzolina e i sindacati della scuola. «Sarà questo per tutti il vero e impegnativo banco di prova», si legge in una nota unitaria.

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