sabato 20 maggio 2023
Doveva presentare il suo libro in un incontro, ma manifestanti per l’aborto e contro le politiche climatiche le hanno impedito di parlare. Inutili gli inviti al dialogo a chi urlava
La ministra della Famiglia Roccella «silenziata», caos a Torino
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Al Salone del Libro di Torino è stato un sabato di caos. È stata interrotta, con urla e striscioni da parte di un gruppo di una trentina di manifestanti (Extinction Rebellion, Comitato Essenon, Non una di meno, Fridays For Future ed Ecologia) la presentazione del libro della ministra della Famiglia e della Natalità, Eugenia Roccella.

Roccella ha invitato i manifestanti a un confronto sul palco, dove avrebbe dovuto presentare la sua autobiografia "Una famiglia radicale" (edito da Rubbettino) e dove invece è stato letto un comunicato contro le posizioni della ministra sull’aborto accusando, inoltre, il governo di indifferenza alla crisi climatica.

Dopo un’ora di blocco, Roccella ha chiesto al direttore del Salone del Libro Nicola Lagioia di intervenire: «Il Salone è un luogo democratico e della democrazia fa parte anche la contestazione. La vostra è una contestazione legittima, pacifica, perché non trasformarla in un dialogo?». ​

Un appello che, però, come quello già rivolto dalla ministra poco prima, non è stato accolto. Lagioia ha quindi lasciato lo stand e Roccella ha commentato: «di fronte a un’aggressione subita e al mio invito al dialogo rivolto ai contestatori, il direttore del Salone non solo non trova il modo di dire che è poco democratico impedire agli altri di parlare, ma addirittura attacca coloro ai quali è stato impedito di esprimersi».

La risposta di Lagioia via Facebook: «In democrazia le contestazioni sono legittime purché non violente. Ho invitato chi contestava a dialogare con il ministro. Una deputata di Fratelli d’Italia, Augusta Montaruli, ha cominciato ad aggredirmi verbalmente. A quel punto sono sceso dal palco».

Per il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano «è inaccettabile quanto avvenuto al Salone del Libro. Non permettere a un autore di presentare il suo libro è un atto antidemocratico e illiberale». La solidarietà al ministro arriva anche da Rubbettino: «Un’occasione di dibattito sprecata. Non è un bel segnale per la democrazia».

Per le associazioni di “Ditelo sui tetti” «chi teme un dialogo che cerca la ragionevolezza per l’umano usa la prepotenza e desidera l’omologazione della società». Presente anche l’assessore regionale di Fdi Maurizio Marrone che – contestato per il suo progetto di sostegno alla maternità – ha commentato: «È una pagina buia del Salone». Per il segretario regionale del Pd del Piemonte Domenico Rossi è «pericoloso scaricare sull’organizzazione del Salone come fa Fdi le responsabilità».

La situazione si è sbloccata dopo due ore, con la presentazione successiva sul palco ceduto dalla ministra, che si congeda: «Per motivi di democrazia a voi sconosciuti lascio il palco ai ragazzi di Casa Ugi». In suo sostegno interviene Giorgia Meloni: «Quanto accaduto è inaccettabile e fuori da ogni logica democratica. Altrettanto inaccettabile è l'operazione dei soliti noti di capovolgere i fatti, distorcendo la realtà e giustificando il tentativo di impedire a un ministro della Repubblica di esprimere le proprie opinioni. Come al solito chi pretende di darci lezioni di democrazia non ne conosce le regole basilari».

Solidarietà alla ministra dal presidente del Senato La Russa e da esponenti della maggioranza. Anche da Renzi e Calenda. Per la segretaria del Pd Elly Schlein «in una democrazia si deve mettere in conto che ci sia il dissenso. È surreale il problema che ha questo governo con ogni forma di dissenso». Rincara Roberto Saviano: Roccella «è venuta a provocare». In serata nuovo intervento della ministra: «Mi addolora che donne abbiano impedito ad altre donne di parlare». Intanto la Digos ha denunciato 29 manifestanti per violenza privata. (Il video è di Eugenio Giannetta)

Secondo Noi

Un gesto illiberale nel tempio dei libri​

In «Fahrenheit 451» è scolpita come un monito permanente alla nostra friabile memoria una società nella quale il potere dispotico teme la libera espressione delle idee al punto da voler ridurre in cenere il loro caposaldo simbolico: i libri. La distopia di Ray Bradbury compie 70 anni, ma la sua lezione ci parla ancora, eccome.

Di quando in quando torna a spirare infatti il vento di una intolleranza inconcepibile e anacronistica, alimentato da chi sembra aver ancora paura del libero confronto sulla pubblica piazza tanto da zittire quanti la pensano diversamente anziché accettare un dialogo aperto, sincero e rispettoso.

Per paradosso, è accaduto ieri proprio nel cuore della manifestazione editoriale più frequentata e popolare, che celebra il libro come massima forma di espressione del pensiero. Impedendo di parlare alla ministra della Famiglia e della Natalità Eugenia Roccella al Salone di Torino, senza che chi lo presiede trovasse parole e gesti all’altezza di una provocazione illiberale e inquietante, si è compiuto un gesto che rimbalza su chi l’ha compiuto, svelandone, con i metodi, le intenzioni inconfessate. Roccella avrebbe voluto presentare la sua autobiografia ideale, politica e umana, la storia di una donna libera: un libro, appunto.

Che paura fa?


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