venerdì 4 agosto 2023
Il sindaco annuncia la ripresa della registrazione all’anagrafe ma solo con il genitore biologico. Non sarà riportato, invece, il cosiddetto “genitore intenzionale”
Gli uffici dell'anagrafe comunale in via Larga, a Milano

Gli uffici dell'anagrafe comunale in via Larga, a Milano - ANSA

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L’annuncio del sindaco Beppe Sala è arrivato via Facebook. « Il Comune di Milano potrà finalmente riprendere la trascrizione degli atti di nascita di minori nati all’estero con due papà, anche se con la sola indicazione del genitore biologico ». In altre parole l’anagrafe comunale potrà iscrivere il minore presente all’interno di una coppia omosessuale composta da due uomini ma nel documento figurerà solo il genitore biologico e non quello cosiddetto “intenzionale”. Riprende quindi un percorso che si era interrotto nei primi mesi dell'anno, dopo che nello scorso dicembre era arrivata la sentenza della Cassazione che aveva bloccato le trascrizioni all'anagrafe dei certificati dei bimbi all’interno di coppie gay maschili nati all'estero con maternità surrogata, stabilendo che solo un giudice poteva, in casi particolari, approvare l'iter di adozione per il “genitore di intenzione”.

Sentenza che il Viminale ha invitato tutti i Comuni a rispettare con una circolare inviata a gennaio, con il prefetto di Milano Renato Saccone che aveva imposto poi a Sala di interrompere il riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali, avvertendo che in caso fossero continuate avrebbe richiesto l'intervento della Procura per annullarle.

E a questo si era conformato Sala a marzo, invocando però più volte un intervento del legislatore per chiarire una volta per tutte un tema estremamente delicato. Il Comune di Milano, ha chiesto così un parere al ministero degli Interni. Il quesito al Viminale, ha spiegato il sindaco, era stato posto per «poter trascrivere in anagrafe gli atti di nascita dei bambini con due papà con riferimento quantomeno al genitore biologico ». Dal ministero è arrivata una risposta positiva limitata al solo genitore biologico. In altre parole è come se una ragazza madre si presentasse all’anagrafe e chiedesse di registrare il figlio. O se un vedovo facesse la stessa cosa. Nessuna concessione quindi, alle richieste Lgbt.

Per il sindaco si tratta comunque di una decisione positiva anche se «si tratta solo di una piccola semplificazione», perché « permangono tutti i problemi denunciati in questi mesi». Ma almeno la trascrizione del genitore biologico evita che «il minore si trovi nella nostra città, senza alcun atto che certifichi il legame con la sua famiglia e questo con le innumerevoli difficoltà connesse», ha proseguito il sindaco. Difficoltà, ha spiegato Gaia Romani, assessore ai Servizi civici e generali «estremamente concrete: dall’impossibilità di ottenere la residenza e la carta d’identità agli ostacoli nell’accesso alle graduatorie per gli asili nido». Quindi, ha proseguito l’assessore, «riattiveremo la procedura per le famiglie di papà che necessitassero la trascrizione dell’atto di nascita del loro bambino o bambina e ricontatteremo personalmente quelle famiglie che, rientrate a Milano verso febbraio- marzo, non si erano potute vedere riconosciute neanche questo piccolo passo e che da allora sono nel limbo tra mille difficoltà e preoccupazioni».

Duro il commento di Deborah Giovanati, consigliera comunale e regionale della Lega. «Continua la campagna di disinformazione del sindaco Sala e dell’assessore ai Servizi civici Romani. Affermano come novità ciò che invece avrebbero dovuto fare fin dall’origine ovvero iscrivere all’anagrafe solamente il genitore biologico».

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