lunedì 8 aprile 2024
Uno dei posti più particolari di tutto il Nord Africa, questo villaggio ha conquistato una strepitosa popolarità sui social network per il colore uniforme di case e strade. E una storia di sacralità

Il villaggio di Chefchaouen, divenuto famoso come “la perla blu del Marocco”, è indubbiamente uno dei posti più particolari di tutto il Nord Africa. Arroccato sulle pendici dei monti che stanno a sud di Tangeri, questo villaggio ha conquistato una strepitosa popolarità sui social network per via del colore blu uniforme in tutte le sue case, che crea un colpo d’occhio davvero raro a vedersi. Non si sa tuttavia con certezza la ragione dell’utilizzo di questo colore.

C'è chi sostiene, con spirito puramente pragmatico, che fosse il colore di una tintura che serviva a respingere gli insetti, ma la teoria più accreditata è che questo colore avesse una ragione religiosa. In particolare sarebbero stati i molti ebrei esiliati dall’Andalusia alla fine del 1400 (durante le persecuzioni che seguirono la reconquista spagnola) a dipingere le case di questo colore, probabilmente per rappresentare idealmente la Gerusalemme Celeste. Anche per questo, Chefchaouen è stata a lungo considerata una città sacra, ed è difficile immaginare che per molti secoli, fino alla metà del 1900, questa città che accoglie oggi decine di migliaia di turisti ogni anno, era in realtà proibita agli stranieri.

Il suo passato si intreccia tra tradizioni ebraiche, berbere e musulmane, in un luogo che per molti anni ha anche ospitato un’importante base militare spagnola. La maggior parte delle persone che oggi si recano in massa a Chefchaouen, tuttavia, non conoscono il passato ricco di fascino e mistero di questa perla blu arroccata sui monti del Rif marocchino, e si recano qui attratti dal potere visuale di questo blu che ha conquistato l’attenzione di tutto il mondo grazie agli influencer di Instagram.

Visitare Chefchaouen oggi è di conseguenza un'esperienza dalla doppia faccia. Da un lato il grande turismo di massa che toglie inevitabilmente una buona parte del fascino di qualunque luogo, ma dall’altro una grande occasione per allenare lo sguardo da viaggiatore e portarlo al di là dell’interesse superficiale dettato solo dal colore delle mura per scoprire quanto siano interessanti le storie che ha da raccontare questo angolo di mondo.

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