lunedì 26 novembre 2018
Agli uomini a bordo della navi Mar Jonio di Operazione Mediterranea e della spagnola Open Arms è stato finalmente consentito di lasciare l'area doganale. Per i 22 italiani è intervenuto l'ambasciatore
La nave di Operazione Mediterranea ferma al porto di Zarzis, in Tunisia (Mich Seixas / Operazione Mediterranea)

La nave di Operazione Mediterranea ferma al porto di Zarzis, in Tunisia (Mich Seixas / Operazione Mediterranea)

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Gli equipaggi della navi Mar Jonio di Operazione Mediterranea e della Ong spagnola Open Arms, accompagnati nella missione da alcuni giornalisti di testate internazionali oltre alle italiane Avvenire e Repubblica, dopo 48 ore di stallo sono stati autorizzati a lasciare l'area doganale del porto di Zarzis, in Tunisia dove erano bloccati da domenica 25 novembre.

L'approdo della nave Mar Jonio era avvenuto sabato notte per uno scalo tecnico, necessario non solo per fare rifornimenti, ma soprattutto in vista di un peggioramento delle condizioni metereologiche in mare nei giorni successivi.

Dopo essere stati ricevuti domenica mattina dal direttore del porto commerciale tunisino Karim Nouira e dall'associazione dei pescatori di Zarzis, tra cui il carismatico Marzoug Chamseddine e il presidente Slah Mcharek, ai membri dei due equipaggi era stato impedito di lasciare l'area doganale e raggiungere il centro cittadino.

Questa mattina di fronte all'ufficio della polizia di frontiera si era ripetuto lo stesso copione e a quel punto era dovuto intervenire l'ambasciatore italiano a Tunisi Lorenzo Fanara contattato dal parlamentare Nicola Fratoianni.

Il diplomatico ha fatto sì che i passaporti dei 22 italiani coinvolti fossero restituiti dopo che erano stati trattenuti dalle autorità doganali già da domenica mattina, dopo il primo tentativo di ingresso. A distanza di altre 4 ore è stato dunque consentito agli equipaggi delle due navi di muoversi liberamente per la città e poter provvedere ai rifornimenti necessari.

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