domenica 19 novembre 2023
Hanno pochi mesi o sono in età scolare: ma costretti ad assumere metadone. Sono accolti dalla Compagnia dei Felicioni, casa famiglia del Casertano costituita da una coppia della Comunità di Capodarco
Una giornata di svago per i bambini ospitati in Campania

Una giornata di svago per i bambini ospitati in Campania - Compagnia dei Felicioni

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Nella grande sala da pranzo cinque bambini biondissimi corrono, scherzano, giocano. Come fanno tutti i bambini. Tre sono fratellini, di 11 mesi , 2 anni e mezzo e 3 e mezzo, due femmine e un maschio. Poi un fratello e una sorella di 4 e 3 anni. Sono figli di mamme tossicodipendenti, eroina e crack, e loro stessi sono nati in crisi di astinenza. Costretti ad assumere metadone in dosi scalari. Sono accolti dalla “Compagnia dei Felicioni”, la casa famiglia a Trentola Ducenta (Caserta). Una bellissima realtà costituita 26 anni fa, in una villa confiscata a un boss della camorra, da Fortuna e Antonio, coppia della Comunità di Capodarco.

Una famiglia, una zattera di salvataggio per tanti bambini, più di cento, affidati dal tribunale per i Minori e dai Comuni. Casi difficili, che qui trovano una nuova vita, per mesi o anni, prima dell’affido o dell’adozione. I lettori ricorderanno la storia di Francesca, la bambina ammalata di Aids che 8 anni fa la scuola non voleva, una vicenda raccontata da Avvenire e finita bene. Francesca ora ha 18 anni, sta meglio, è stata adottata, si è diplomata al liceo artistico e torna spesso a trovare “gli zii” Fortuna e Antonio. Che ora stanno affrontando il nuovo dramma, «in crescita » ci dicono, dei bimbi nati già «drogati». Ospitano 7 minori, e 5, i fratellini, sono in queste condizioni. Dal 2019 ne sono arrivati 12, 7 col certificato dell’ospedale di dipendenza da eroina e alcol, trattata con metadone. Altri 5 sono stati invece mandati dal Comune di Napoli: sono figli di mamme italiane, poco più che ventenni, dipendenti da crack. I bimbi arrivano qui che hanno pochi mesi, o pochi anni, dichiarati adottabili da subito per le drammatiche condizioni delle mamme e della famiglia. Possono restare al massimo due anni, vanno all’asilo nido e alla scuola materna, e sono sotto stretta osservazione di Fortuna e Antonio.

«Sono disintossicati ma dovremo vedere quali effetti neuropsichici hanno prodotto droga e alcol: disturbi comportamentali, ritardo cognitivo, ritardo fisico». Alcuni sono già evidenti. Il bimbo di 4 anni «era autolesionista, batteva la testa contro il muro, se sgridato. E ancora adesso è iperattivo ». Un altro maschietto cammina con le gambette storte e in punta di piedi. E la più piccola ha un nasino, spiega Fortuna, «con una malformazione tipica della sindrome alcolemica». Alcuni comportamenti sono di tipo affettivo. Sempre il bimbo di 4 anni «per due volte mentre dormiva con la mamma “strafatta” di crack si è alzato ed è uscito di casa. Aveva due anni. Lo hanno trovato che camminava per strada. Ancora ora dorme in mezzo a noi nel lettone. Cerca quell’affetto che non ha avuto». Il padre è in carcere per rapina, è schizofrenico, dipendente da droga e alcool. La mamma, affetta anche da disturbo bipolare. è nuovamente incinta.

«Un tempo venivano da noi neonati per deprivazione sociale, perché i genitori se li vendevano, perché in famiglia subivano o assistevano a violenze. Ora arrivano i bimbi drogati, ma le storie si assomigliano». Così un’altra giovane mamma ha un compagno accusato di spaccio e sfruttamento della prostituzione, ha 29 anni e cinque figli, tutti in affidamento. Ma non è un ulteriore danno togliere i figli alle mamme? Fortuna e Antonio rispondono nettamente ma con gli occhi lucidi per la commozione: «Sono tesi adultocentriche, il bambino non viene considerato come portatore di diritti e a rischio, lui sì, di danni». E ci raccontano dell’avvocato di un padre in carcere che si opponeva all’affido perché sosteneva che il bimbo poteva salvare il padre. Ma Fortuna non condanna le mamme. «Sono anche loro vittime di un sistema che non va. La mamma dei tre fratellini è stata abusata dal compagno della madre. Dovrebbero essere i servizi sociali ad aiutarle. Serve prevenzione e l’accompagnamento a una maternità responsabile». Alcune lasciano autonomamente il neonato, altre riescono a smettere di drogarsi durante la maternità. «Hanno voglia di normalità. Una di loro mi ha detto: “Anche io porterò in porto la nave”».

Ma sono di più le storie dure. I bimbi non fanno le vaccinazioni obbligatorie, vanno in giro nudi, alcune case hanno i muri neri per il fumo del crack. «Noi cerchiamo sempre un colloquio con le mamme ma è sempre troppo tardi e sono già su posizioni di negazione». Storie terribili nella breve vita dei cinque bimbi biondi che continuano a riempire di allegria la sala, aiutati da operatori e ragazzi del servizio civile. Sorride anche Alessandra, 11 anni, cieca, spastica per un’asfissia prenatale provocata probabilmente dalle ripetute percosse subite dalla mamma dal marito, anche se lei ha sempre negato. Per questo il tribunale ha dichiarato la decadenza genitoriale di entrambi per azioni pregiudizievoli nei confronti della bambina. Forse Fortuna e Antonio la adotteranno (hanno già 4 figli dei quali uno adottivo). Intanto preparano l’imminente Prima Comunione. Già, perché qui dai “Felicioni” ogni vita è una vita che vale».

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