sabato 1 febbraio 2014
Sconti e benefici ai concessionari condannati dalla Corte dei Conti. Grazie a norme del 2013 potranno fermare tribunali e fisco pagando solo il 30% delle multe.
COMMENTA E CONDIVIDI
Il condono sulle maxipenali delle new­slot, per il danno erariale che lo Stato ha subito a causa delle 'anomalie' nei col­legamenti delle macchinette alla rete dei Monopoli tra il 2004 e il 2007, ha portato nelle casse pubbliche circa 430 milioni di euro. La somma potrebbe crescere dal mo­mento che Bplus, uno dei concessionari condannati dalla Corte dei Conti, ha an­ch’essa avanzato richiesta di condono e le altre due concessionarie rimaste - GMatica e Codere - potrebbero accodarsi rinun­ciando a proseguire nel percorso giudizia­rio. Anche perché, in caso di definitiva con­danna, non potrebbero beneficiare dai ge­nerosi sconti consentiti da una serie di nor­me che di fatto ha vanificato l’azione della procura della Corte dei Conti e della Guar­dia di finanza.La multa supplementare richiederebbe al­tri 270 milioni di euro a Bplus, 60 milioni per Hbg, 30 milioni per Codere e 15 milioni per Gmatica. La procura presso la giustizia con­tabile aveva chiesto il pagamento di circa 1,7 miliardi, cioè la conferma delle multe di pri­mo grado a cui aggiungere l’1% delle ri­chieste di condanna miliardarie formulate nella primissima fase del procedimento, quando secondo la Guardia di finanza, per effetto del mancato introito all’erario e del­le penali previste per le anomalie informa­tiche, era stata calcolato un mancato in­troito per lo Stato pari a 98 miliardi di euro. Per effetto di una serie di calcoli corrobo­rati da alcune norme, la giustizia contabile aveva graziato i concessionari riconoscen­do sanzioni che avevano fatto scendere la multa da 98 a neanche 2 miliardi. Ma non è bastato. Le società coinvolte han­no sempre dato battaglia e, grazie a una leg­ge sulla ricomposizione delle liti contabili inserita dal governo Monti nella Finanzia­ria del 2013, hanno potuto accedere ad ul­teriori benefici. La procura, infatti, in conformità a quelle norme, ha dato l’ok al­la chiusura del processo per chi ha aderito alla definizione agevolata al 30% (con uno sconto del 70%), prevista dal Decreto Imu del governo Letta. Il pubblico ministero, in questo caso, ha dato parere favorevole all’u­scita dal giudizio contabile per i sei opera­tori che hanno già versato all’Erario circa 365 milioni (tra multa e interessi): Cogete­ch (79,8 milioni), Sisal (76,6 milioni), Ga­menet (73,5 milioni), Snai (65,7 milioni), Cirsa (37,5 milioni) e Gtech (31,3 milioni).
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: