giovedì 18 settembre 2014
La sentenza cancella le sperimentazioni di quest’anno, ma quelle già in corso proseguono e il diploma avrà valore legale.
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Il Tar del Lazio boccia le superiori di quattro anni. Accogliendo il ricorso della Cgil Scuola, la Sezione III Bis ha annullato i decreti 902 e 904 del 5 novembre 2013, con cui il ministero dell’Istruzione autorizzava un gruppo di scuole ad avviare, da quest’anno scolastico, la sperimentazione del percorso di studi quadriennale. Si tratta del Liceo Ginnasio statale “Quinto Orazio Flacco” di Bari, dell’Istituto “Ettore Maiorana” di Brindisi, dell’Istituto tecnico economico “Enrico Tosi” di Busto Arsizio (Varese) e dell’Istituto “Carlo Anti” di Verona, che dunque dovranno rinunciare alla sperimentazione.I giudici amministrativi hanno riconosciuto la fondatezza del ricorso del sindacato sotto tre distinti profili. Innanzitutto, si legge in una nota della Cgil Scuola, «è stata riconosciuta la illegittimità formale dei provvedimenti, perché adottati senza il prescritto parere del Consiglio nazionale della Pubblica istruzione». In secondo luogo, i decreti sono stati assunti «senza motivazione in esecuzione di un atto di indirizzo relativo all’adeguamento agli standard europei, non in grado di coniugare l’autonomia delle istituzioni scolastiche e la loro modifica ordinamentale con i bisogni del territorio». Inoltre, l’adeguamento agli standard europei, scrivono i giudici nelle motivazioni della sentenza, depositate martedì, «appare costituire una motivazione superficiale ed insufficiente a giustificare l’abbreviazione di un anno».In terzo luogo, i magistrati hanno ritenuto fondato il timore della Cgil circa «un’evidente disparità di trattamento con coloro che effettuano il corso di studi quinquennale, come si è verificato in occasione di altre sperimentazioni».Contrario alla sperimentazione anche il sindacato autonomo Anief. «Sulla cancellazione di un anno della scuola superiore – dichiara il presidente Marcello Pacifico – il nostro sindacato si è sempre espresso con motivi di ferma opposizione: quello di cancellare un anno di scuola non contiene infatti nessun presupposto pedagogico e didattico, se non la palese volontà di eliminare 40mila posti di lavoro e alleggerire, di conseguenza, la spesa pubblica a danno dell’utenza scolastica».Contro la sentenza del Tar, il Miur ha comunicato che presenterà ricorso e che gli altri percorsi quadriennali sperimentali attivati sul territorio (una decina circa tra istituti statali e paritari) andranno avanti. La sentenza, dunque, vale solo per la sperimentazione che sarebbe dovuta partire quest’anno e non per quelle già in corso, che così potranno arrivare a conclusione. Ma questi diplomi quadriennali avranno valore legale? Saranno spendibili in università e sul mercato del lavoro? Su questo punto la risposta del ministero è affermativa: il diploma conseguito al termine dei quattro anni avrà valore esattamente come quello di cinque anni.
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