martedì 30 gennaio 2024
Il nostro Paese confermato al 17esimo posto nell'Ue a 27 con 56 punti nell'indice di percezione della corruzione elaborato da Transparency Internazionale. Direttiva Ue anticorruzione «è una occasione»
Trasparenza: Italia stabile al 42esimo posto su 180 Stati

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Stabile al 42esimo posto su 180 Paesi del mondo presi in esame e 17esima nella classifica dei 27 Paesi Ue. Anche se il nostro Paese viene definito uno dei più impegnati sul fronte della trasparenza e nel contrasto alla corruzione. La graduatoria, stilata da Transparency Internationale per il 2023, infatti, conferma per l’Italia il punteggio di 56 dell'Indice di Percezione della Corruzione (CPI), mentre la Danimarca rimane salda al vertice con 90 punti. In coda alla classifica troviamo la Somalia con 11 punti e Venezuela e Siria con 13 punti. L'Indice di Percezione della Corruzione elaborato annualmente da Transparency International classifica i Paesi in base al livello di corruzione percepita nel settore pubblico, attraverso l'impiego di 13 strumenti di analisi e di sondaggi rivolti ad un pubblico di esperti. Il punteggio finale è determinato in base ad una scala che va da 0 (alto livello di corruzione percepita) a 100 (basso livello di corruzione percepita).

Il quadro italiano

«Il consolidamento del punteggio del nostro Paese nel CPI 2023 conferma l'Italia nel gruppo dei Paesi europei più impegnati sul fronte della trasparenza e del contrasto alla corruzione – sostiene Michele Calleri, Presidente di Transparency International Italia - Un risultato che è anche frutto dell'applicazione di alcune misure normative adottate in materia di whistleblowing e di appalti pubblici». Anche se in Italia, ad oggi, rimangono aperte alcune questioni che continuano ad incidere negativamente sulla capacità del nostro sistema di prevenzione della corruzione nel settore pubblico - secondo Transparency International Italia - «dalle carenze normative che regolano il tema del conflitto di interessi nei rapporti tra pubblico e privato, alla mancanza di una disciplina in materia di lobbying ed alla recente sospensione del registro dei titolari effettivi per arginare il fenomeno dell'antiriciclaggio».

La situazione in Europa

L'Indice di Percezione della Corruzione (CPI) dimostra che in Europa gli sforzi per combattere la corruzione sono fermi o in diminuzione in più di tre quarti dei Paesi della regione. Dall'edizione 2023 del CPI emerge, infatti, che dal 2012 su 31 Paesi valutati solo 6, tra cui l'Italia, hanno migliorato il loro punteggio, mentre 8 hanno registrato una diminuzione.

Nel 2023 la Commissione europea ha proposto misure per rafforzare gli strumenti a disposizione degli Stati membri dell'Ue per combattere la corruzione. Tra queste, una Direttiva Anticorruzione volta ad armonizzare le norme giuridiche di tutti gli Stati membri contro i reati di corruzione, irrobustire le sanzioni penali ed ampliare le misure a disposizione delle forze dell'ordine per tali illeciti. La proposta della Direttiva Europea Anticorruzione, che mira a dotare tutti gli Stati membri di standard comuni di contrasto al fenomeno corruttivo, «è un'occasione da cogliere per conseguire miglioramenti concreti anche in Italia - sottolinea perciò Giovanni Colombo, direttore di Transparency International Italia - abbiamo dall'Europa stimoli epocali per compiere passi in avanti sul tema e indirizzarci verso il raggiungimento di benefici culturali, sociali ed economici».

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