mercoledì 7 giugno 2017
Dopo la strage di Londra un quotidiano «avverte» le donne europee. La reazione su Facebook e Twitter: una mobilitazione femminile #hosposatounmusulmano. Ecco cosa ne pensa la Chiesa
Giada Frana

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La maggior parte di noi deve farselo scivolare addosso ogni giorno da parte di colleghi, vicini di casa, ex amiche. Ti salutano come "la moglie del terrorista". Oppure ti chiedono: ma ti fa uscire la sera? I più: ti picchia? Qualcuno lancia un'occhiata di sufficienza, poi dice: "Sicuramente è geloso". Alle spalle: "Tra qualche anno le mette il burqa", "Ma tanto non dureranno". E via andare. Così, quasi in ogni ambiente, quasi ogni giorno, per anni.

Per questo una coppia che abbia fatto questa scelta - uomo musulmano non necessariamente arabo e donna italiana (ce ne sono anche in combinazione invertita) - ha delle difficoltà che si moltiplicano: oltre a quelle sull'incontro tra due identità nazionali, culturali e/o religiose diverse, ci sono anche le pressioni delle cerchie parentali e sociali.

Oggi, puntuale come una fucilata, si aggiunge il suggerimento del quotidiano Libero, sulla scorta dell'attacco terroristico di Manchester : "Care donne europee, sposare un islamico è una follia pericolosa". Dentro, la descrizione del solito percorso che porterebbe una donna europea a diventare "sottomessa", a vedersi negare l'identità, fino ad essere costretta ad indossare il niqab, poi a essere picchiata, tradita, umiliata, privata dei figli...

Casi come questi ce ne sono e ce ne sono di gravi, purtroppo, come tanti sono i casi di femminicidio in Italia perpetrati da mariti, fidanzati e amanti gelosi, e italiani da generazioni. Nessuno lo nega e l'attività di chi riconosce il problema e lavora su unioni e famiglie distrutte è lodevole, necessario e doveroso. Ma è un fatto che le unioni felici non fanno notizia: e sono, siamo migliaia in tutta Italia. Di tutte le nazionalità, etnie, religioni e composizioni, come testimonia l'associazione Aifcom (Associazione Italiana per le famiglie e le coppie miste).


Per questo, stavolta, abbiamo deciso di non starcene in silenzio e di essere noi la notizia: ci siamo, siamo tanti e tante, abbiamo figli e figlie, abbiamo passato anche molte traversie nella vita, forse superiori a quelle di molte coppie italiane, perché non abbiamo solo problemi di lavoro, nascite, morti e tumori, ma molte delle nostre famiglie conoscono le guerre e le guerre più terribili. Per questo, in risposta al consiglio di Libero, vogliamo darla noi la notizia: siamo felici, con vostra buona pace.

Con la campagna virale su Twitter e Facebook e l'hashtag #hosposatounmusulmano e #muslimhusbandrocks desideriamo semplicemente fare sapere che esistono coppie felici e che sono formate da donne italiane, molte cattoliche, e mariti musulmani e non ammettiamo alcuna demonizzazione sui nostri coniugi che sono ogni giorno la dimostrazione che è possibile amarsi e rispettarsi come esseri umani e nelle reciproche differenze e anche nelle difficoltà, che non sono poche.


Moglie e buoi dei Paesi tuoi è un detto italiano, in linea di massima, saggio. Ma c'è anche chi ha dato un calcio a questa saggezza e, da che mondo è mondo, ha generato gruppi etnici nuovi, società nuove, Paesi nuovi. Almeno lasciate in pace chi mette sotto ai vostri occhi, ogni santo giorno, quella che voi chiamate follia e che noi chiamiamo lo scandalo dell'amore.

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