mercoledì 10 giugno 2009
 Un'ora e mezzo. Tanto è durata la visita in Senato del colonnello Muammar Gheddafi, arrivato poco prima di mezzogiorno con quasi un'ora di ritardo e ricevuto con tutti gli onori, ma non senza qualche coda della polemica di ieri. Dopo che la conferenza dei capigruppo ha negato al leader libico l'aula del Senato, ad ascoltarlo nella sala Zuccari c'erano i presidenti del gruppo Pdl Maurizio Gasparri e del Pd Anna Finocchiaro.
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Muammar Gheddafi ha invitato l'Occidente a non usare due pesi e due misure quando condanna il terrorismo e le teocrazie dell'Islam senza guardare prima in casa propria. "Che differenza c'è tra l'attacco degli americani nel 1986 contro le nostre case e le azioni terroristiche di Osama Benladen?", si è chiesto il leader libico nel suo intervento nella Sala Zuccari di PalazzoGiustinanai, al Senato, riferendosi al bombardamento ordinato da Ronald Reagan. "E se Bin Laden non ha uno Stato ed è un fuorilegge", ha osservato, l'America è uno Stato con regole internazionali".Lo stesso discorso secondo Gheddafi vale per i regimi che l'Occidente considera ostili. "Non possiamo essere tutti uguali", ha osservato, "che male c'è se la Corea del nord vuole essere comunista? O se l'Afghanistan è in mano ai mullah? Non è forse il Vaticano un rispettabile Stato teocratico con rappresentanze in tutto il mondo?". E ancora: "È stata una buona idea far crollare il regime iracheno spalancando le porte ad Al Qaeda?", si è chiesto il colonnello. "Grazie agli Usa", ha aggiunto, oggi l'Iraq è diventato "terreno di battaglia per Al Qaeda" mentre "con Saddam Hussein era un bastione contro il terrorismo in cui al Qaeda non poteva entrare".Il leader libico ha difeso la sua scelta di rinunciare alle armi nucleari e chimiche, annunciata nel dicembre 2003, ma si è chiesto: "Perchè la Corea del nord e l'Iran cercano oggi la bomba atomica? Perchè non è stato offerto loro nulla in cambio. È stato detto loro: fate come la Libia rinunciate al nucleare e loro hanno detto: come sono stati ricompensati i libici?". "Ma noi siamo convinti della bontà della nostra scelta", ha assicurato. Aula del Senato preclusa al leader libico Gheddafi, che parlerà stamani nella sala Zuccari a palazzo Giustiniani, dopo le proteste ieri delle opposizioni. Una decisione presa dalla Conferenza dei capigruppo all'unanimità, dopo una mediazione del presidente del Senato Schifani. Berlusconi ha definito «molto grave» la posizione dell'opposizione, «in contraddizione totale» con quelle assunte «quando era forza di governo». Oggi, seconda giornata della sua storica visita in Italia, Gheddafi sarà in visita al Campidoglio e alla Sapienza.Trattato sull'immigrazione.  "Con la decisione coraggiosa del mio amico Silvio Berlusconi siamo arrivati a questo Trattato di amicizia e cooperazione che va nell'interesse dei nostri due popoli". Lo ha detto il leader libico Muammar Gheddafi nel suo intervento alla sala Zuccari di palazzo Giustiniani, nel corso del quale ha ringraziato il presidente del Senato Renato Schifani per le parole pronunciate inprecedenza e si è detto "contento di vedere tanti vecchi cari amici come Giulio Andreotti, Francesco Cossiga, Lamberto Dini", e ha citato anche Massimo D'Alema, in quanto fautori di un percorso di avvicinamento tra Tripoli e Roma che aiutasse a "chiudere la pagina dolorosa delle atrocità e distruzioni del passato coloniale prefascista e fascista"."L'Italia di oggi - ha detto Gheddafi - non ha nulla a che vedere con quella di ieri" e se lui ricorda le umiliazioni patite dal "pacifico popolo libico" ad opera italiana "è solo perchè mi dicono che i vostri giovani non conoscono ciò di cui si resero responsabili i loro padri. Il popolo libico non chiede nulla di materiale - ha sottolineato - ma solo il riconoscimento dell'errore e del fallimento del progetto colonialista". D'altronde, ha proseguito, "i tempi cambiano e come Roma fu un grande impero, così gli arabi arrivarono a conquistare l'Africa settentrionale, o i Fenici a fondarne uno loro arrivando con i Cartaginesi quasi a conquistare Roma. Insomma, i forti possono diventare deboli e i deboli possono diventare forti...". Gheddafi ha ricordato i gas usati in epoca fascista contro i libici, ma "la giustizia divina arriva in terra e anche nell'aldilà e gli italiani giustiziarono per contro loro l'assassino Mussolini che ha avuto la sua punizione. Ma quello che dobbiamo fare è trasformare il male in bene e con questo trattato abbiamo pensato alle future generazioni, eliminando ogni possibile percorso minato. Siamo al centro del Mediterraneo e le uniche ostilità possibili sono quelle contro i cambiamenti climatici, il terrorismo, la povertà e le migrazioni".IERI- Muammar Gheddafi è arrivato a Roma per la visita di Stato di tre giorni in Italia. Ad accoglierloall'aeroporto di Ciampino il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che lo ha abbracciato e gli ha detto che con questa visita "si chiude una luna pagina dolorosa". Sul petto il colonnello aveva una foto dell'eroe della resistenza anti-coloniale, Omar al-Mukhtar, dopo la cattura nel 1931 a cui seguì la sua impiccagione. Anche il figlio ottantenne di Mukhtar fa parte della delegazione libica."L'Italia di oggi non è più quella di ieri", ha però sottolineato il colonnello parlando al Quirinale, dove è stato ospite a colazione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. L'Italia "con estremo coraggio" ha ammesso le sue colpe, ha accettato di dare un "segnale di condanna del suo passato" di fronte alle richieste libiche di scuse e di indennizzi, ha ricordato. La quantità dell'indennizzo, ha spiegato Gheddafi, non è il nocciolo della questione, perchè "non c'è contro valore per quello che è stato fatto". Ma in un mondo in cui "molte potenze ex coloniali mantengono atteggiamenti, per non dire presenze militari, che possono renderle oggetto di critiche, l'Italia non presenta certi motivi di rimprovero". È, quindi, "rotto definitivamente il rapporto con il colonialismo e con il fascismo", e questo "è il motivo per cui sono venuto qui". Napolititano ha detto di prevedere l'avvio di una "nuova fase" nei rapporti con Tripoli. "Abbiamo convenuto con il Colonnello", ha spiegato il presidente della Repubblica, "sull'obiettivo di rendere il Mediterraneo un'area di pace, stabilità e benessere intensificando le relazioni politiche e diplomatiche, ma anche rafforzando la cooperazione economica, culturale e in materia di immigrazione, anche nel contesto dei più stretti legami con l'Ue".Nel tardo pomeriggio il leader libico sarà a Palazzo Chigi dove insieme al presidente del Consiglio firmerà una serie di intese bilaterali. Tra queste un accordo per evitare le doppie imposizioni, un memorandum per la facilitazione del rilascio dei visti, un memorandum di cooperazione economica escientifica nel settore delle risorse marine e uno scambio di lettere per borse di studio a un centinaio di studenti libici.
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