venerdì 18 aprile 2025
Freni, manutenzione e vento. Tutti i dubbi il giorno dopo la caduta della cabina che ha provocato la morte di quattro persone. Al via le indagini
La funivia del Faito, a Castellammare di Stabia, il cui crollo giovedì ha provocato la morte di quattro persone

La funivia del Faito, a Castellammare di Stabia, il cui crollo giovedì ha provocato la morte di quattro persone - Napolipress

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La cabina che ondeggia vorticosamente e torna indietro, a grande velocità, per poi sparire nella nebbia. Quando si è bloccata, per poi iniziare la sua folle corsa nel vuoto, si trovava ormai a pochi metri dalla stazione di arrivo. Quello che è accaduto dopo è noto: è precipitata nella vegetazione fitta, sbalzando per aria le quattro vittime e l’unico sopravvissuto, ancora in prognosi riservata, dell’incidente avvenuto giovedì pomeriggio sulla funivia del Monte Faito, a Castellammare di Stabia, città di 62mila abitanti in provincia di Napoli. Un filmato registrato da una telecamera ha restituito le immagini del disastro.

È stata resa nota l’identità di tutte le vittime. Si tratta di due fratelli di nazionalità britannica, Elain Margaret e Graeme Derek Winn, rispettivamente del ’67 e del ’60, il 59enne macchinista Carmine Parlato, e la cittadina israeliana di nazionalità palestinese Janan Suliman, del ’99. Suo fratello Thabet è ricoverato in condizioni critiche presso l’Ospedale del Mare di Napoli. È stato fatto tutto il necessario per garantire la corretta manutenzione dell’impianto, riaperto solo una settimana fa, in tempo per la stagione estiva? Com’è stato possibile che il cavo trainante si sia spezzato in due, mettendo a repentaglio la vita delle persone che viaggiavano sul vagone precipitato e su quello che si è bloccato a valle, i cui 12 passeggeri sono stati portati tutti in salvo? Il freno di emergenza della cabina su cui si trovavano le vittime ha funzionato? Se non ha funzionato, perché? Sono solo alcune delle tante domande alle quali dovranno rispondere i magistrati della Procura di Torre Annunziata, che ha avviato un’indagine contro ignoti: le ipotesi di reato sono disastro colposo e omicidio colposo plurimo.

Ieri è stato effettuato un secondo sopralluogo lungo la funivia, che è stata posta interamente sotto sequestro. Saranno eseguiti accertamenti tecnici approfonditi su entrambe le cabine in movimento al momento dell’incidente, così come sui cavi e sui sistemi di frenata d’emergenza. Gli investigatori analizzeranno anche la documentazione già acquisita, al fine di verificare gli interventi di manutenzione e i controlli effettuati durante il periodo in cui l’impianto non era in funzione. Parallelamente l’Eav, azienda dei trasporti controllata dalla Regione Campania che gestisce la funivia, ha annunciato l’apertura di una propria inchiesta interna.

Nel marzo scorso, l’impianto era stata oggetto di una verifica da parte degli ispettori di Ansfisa (Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali), e l’8 aprile Eav aveva inviato alla stessa agenzia la documentazione tecnica comprensiva dell’esito delle manutenzioni ordinarie e straordinarie, nonché delle prove non distruttive eseguite sui cavi, accompagnata da una relazione di idoneità dell’impianto. «È indispensabile evitare che si facciano processi di piazza, lasciamo lavorare i tecnici e gli investigatori», chiede il sindaco di Castellammare, Luigi Vicinanza, che ha dichiarato il lutto cittadino. Solo pochi giorni fa, in un video rilanciato sui social network, annunciava entusiasta la riapertura di quella che in città è conosciuta come la “panarella”, che solo l’anno scorso aveva portato 113mila persone in cima al Faito.

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