venerdì 15 febbraio 2019
Servizi amministrativi, call center, digitalizzazione: col 34% di persone svantaggiate tra gli impiegati (a fronte del 26% delle altre cooperative) il rilancio di una sfida forte di 40 anni di storia
Un call center di aCapo

Un call center di aCapo

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C'è Loredana Trigilia, bronzo nel fioretto a squadre nelle paralimpiadi di Rio 2016, che grazie al lavoro nel call center può conciliare i suoi impegni di atleta e mamma. C'è Anna Di Stefano, cantante che ha fatto parte dei Ladri di carrozzelle e ha diviso il palco con Franco Battiato, che lavora nel contact center Recup. Maria Rita Gianni, informatica, entrata inizialmente nella pubblica amministrazione, sperimenta presto l'impreparazione nei confronti della disabilità, a partire dalle barriere architettoniche, e oggi qui si occupa di progetti di innovazione sociale in un ambiente accessibile che valorizza le sue capacità. O Mauro Menta, la famiglia a carico, che dopo 15 anni di disoccupazione viene assunto a tempo indeterminato per un progetto di abbattimento delle liste di attesa nel Lazio. O Nadia Gerardi, consulente finanziaria che deve lasciare il suo vecchio lavoro per assistere un famigliare, ma ora è responsabile di team dei servizi di contact center. Tante storie di persone espulse o mai inserite nel mercato del lavoro, che sono riuscite a voltare pagina. A mettere punto e a capo

E proprio aCapo si chiama una nuova importante realtà del mondo della cooperazione sociale, che ha scelto come missione la creazione di opportunità di lavoro e di inserimento sociale per le persone in condizioni di svantaggio. aCapo, neonata cooperativa sociale di tipo B, ha come missione l'offerta sul mercato alla pubblica amministrazione e ad aziende servizi amministrativi e organizzativi, impiegando nel personale un’alta percentuale di lavoratori in condizioni di svantaggio, uno su tre (il 34%). Più della media delle cooperative sociali che ne hanno circa uno su quattro (26,6%).

aCapo raccoglie l’esperienza pluridecennale della Cooperativa Capodarco (fondata 40 anni fa da persone vicine alla quasi omonima Comunità di Capodarco, onlus che ha finalità e storia separate) che ha concluso il suo percorso. La nuova cooperativa ha l’ambizioso obiettivo di raccoglierne l’eredità. E aCapo conferma la volontà di voltare pagina e ricominciare anche nella scelta del logo che richiama la grafica del tasto “Invio” delle tastiere, quello che serve appunto per andare a capo. L’obiettivo è offrire servizi amministrativi e organizzativi in tutta Italia e in vari ambiti: dalla gestione dell’utenza al supporto organizzativo, dalla fruizione dei beni culturali alla lotta alle povertà educative, dal supporto ai percorsi di cura nelle comunità ai progetti di innovazione sociale.

Tra gli ambiti di sviluppo più creativi di aCapo va segnalato il gaming, cioè l’uso di determinati videogiochi, che sta mostrando interessanti prospettive a supporto di patologie come la Sindrome di Asperger: aCapo sta lavorando ad una collaborazione con il Centro Autismo e Sindrome di Asperger (CASA) di Mondovì (CN) per sviluppare, attraverso il popolare videogame di costruzioni “Minecraft”, le capacità di apprendimento e socializzazione nei bambini.

Attiva in sei regioni italiane (Lazio, Abruzzo, Emilia Romagna, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Lombardia), aCapo gestisce contact center, business process outsourcing e facility management. Il primo, che consiste nella gestione di servizi e sistemi di prenotazione, informazione, orientamento e supporto tecnico, è il fiore all’occhiello dei servizi della cooperativa. aCapo, per esempio, cura dal 2004 il Recup per la Regione Lazio, il più avanzato esempio in Italia per la gestione unificata del sistema delle prestazioni sanitarie di tipo ambulatoriale. Ogni giorno 600 operatori di aCapo gestiscono più di 25mila agende unificate per 20 ASL, Aziende Ospedaliere e aziende accreditate di tutta la regione per un totale di 4 milioni di chiamate l’anno, per richieste di prenotazioni e prestazioni sanitarie. Tra i nuovi servizi, anche il call center del patronato Acli per la campagna “quota 100” (06 84 000 100) e Linea Comune, il numero verde del centro servizi integrato del territorio fiorentino (330mila chiamate l’anno). Servizi, questi, che impiegano in molti casi persone partite da condizioni di svantaggio.

«Oggi ci presentiamo al mercato con un nuovo marchio che rafforza i valori alla base di aCapo – spiega la presidente Roberta Ciancarelli – dopo avere affrontato le criticità di questi anni, riorganizzandoci, migliorando la nostra offerta e diversificando i servizi. Ora guardiamo al futuro puntando sull’innovazione, sulla qualità dei servizi e sulla volontà di generare impatto sociale. La nostra mission è: ‘includere per innovare’: che significa mettere a valore le nostre “diverse abilità” per garantire servizi qualificati, inclusivi ed attenti alle esigenze di tutti i cittadini. Continueremo a guardare al Lazio come nostra terra di origine, dove siamo leader nei servizi di supporto amministrativo in ambito sanitario, ma l’obiettivo è espanderci su tutto il territorio nazionale, in sinergia con la ricerca universitaria, i territori e il Terzo Settore. Continueremo a valorizzare l’occupazione femminile: il 72% dei nostri occupati, infatti, sono donne, cui sono affidate molte delle funzioni apicali e manageriali». La cooperativa ha ricevuto a novembre 2018 il massimo riconoscimento dall’Autorità garante per la concorrenza, con le 3 stelle nel rating della legalità.

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