mercoledì 14 gennaio 2015
È accaduto in Calabria: ​auto incendiata a don Rosario Badolato, aveva chiarito alcune regole per la festa patronale. La diocesi: piena solidarietà.
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Sacerdoti nel mirino, nel Vibonese. Oggi come in passato, a confermare la difficoltà e quindi l’importanza dell’impegno pastorale di preti e religiosi. La sera dell’Epifania è stata incendiata l’auto di don Rosario Badolato, parroco di San Basilio Magno, a Cessaniti. Una manciata di minuti prima delle 20, alcuni malviventi hanno cosparso di liquido infiammabile e dato alle fiamme la Fiat Punto parcheggiata a pochi passi dalla chiesa madre. Nonostante il pur tempestivo intervento dei vigili del fuoco, allertati dagli abitanti del quartiere e da alcuni ragazzi che si trovavano in strada, considerata l’ora, la vettura è andata quasi completamente distrutta. Un altro allarme era scattato ieri a causa degli pneumatici tagliati a un’automobile che era in sosta poco lontano da una chiesa di Vibo e che s’era pensato fosse del parroco don Bruno Cannatelli, responsabile della Caritas cittadina.  Resta, inquietante, il rogo con ogni probabilità doloso che ha divorato la macchina di don Badolato. Il quale pare che nei giorni scorsi avesse messo in chiaro una serie di regole per la festa patronale di San Basilio Magno, liturgicamente in calendario il 2 gennaio, ma in paese festeggiata dalla popolazione a giugno. Si tratta di un appuntamento molto atteso dalla comunità, tant’è che sono già cominciati i preparativi per le iniziative laiche. Don Rosario, anche nel rispetto dei criteri di sobrietà e trasparenza messi nero su bianco di recente dalla diocesi di Mileto, e dal vescovo Luigi Renzo, controllava personalmente ogni dettaglio. È possibile che il suo zelo e la sua attenzione abbiano infastidito qualcuno. È una delle ipotesi investigative, al momento pare la più accreditata, cui stanno lavorando i carabinieri e la procura di Vibo che hanno acceso i riflettori sul rogo nella sera dell’Epifania.  Monsignor Renzo, così come tutti i sacerdoti e l’intera comunità diocesana, s’è immediatamente schierato al fianco di don Rosario Badolato, esprimendo «piena solidarietà e vicinanza al sacerdote e ferma condanna dell’accaduto, che va contro ogni logica del corretto vivere civile e del sentire ecclesiale e non fa certamente onore alla comunità di Cessaniti». Anche il presule valuta concretamente il movente legato ai festeggiamenti civili per san Basilio, anticipando, qualora fosse confermato, decisioni senza tentennamenti, come avvenuto in passato con altre processioni e riti finiti pure al vaglio della magistratura penale. «Se poi quanto accaduto avesse nelle sue motivazioni attinenza con la gestione di feste religiose, il vescovo ringrazia don Badolato per il coraggio mostrato e ribadisce con fermezza la necessità di perseguire il cammino della loro purificazione in coerenza con il 'Direttorio delle feste religiose', già accolto e seguito dalle parrocchie della diocesi e a cui farà seguito nei prossimi mesi un 'Regolamento diocesano sulle Processioni'. Tali norme non sono restrittive ma hanno solo lo scopo di riportare le manifestazioni di pietà popolare alle loro autentiche radici, eliminando incrostazioni ed eccessi ingiustificati. Il 'si è fatto sempre così', non appartiene alla sana tradizione della Chiesa – insiste il presule – che ha il compito di annunciare il Vangelo ed invitare alla conversione del cuore, più che di organizzare manifestazioni pseudo religiose, atte solo a sprecare denaro e tempo». In coda monsignor Renzo chiarisce che si riserva di «chiarire bene i fatti nei termini più precisi ed eventualmente intervenire, se necessario, con i dovuti provvedimenti canonici. Piena solidarietà dunque al Parroco ed ai fedeli che sostengono e accompagnano il suo ministero pastorale».
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