venerdì 26 gennaio 2024
Il disegno di legge prevede impegni specifici sulle confezioni dei prodotti e multe (ma solo fino a 50mila euro) per le violazioni. Il Codacons: dall’influencer intervento vergognoso, chieda scusa
Chiara Ferragni con le uova di Pasqua "Pink Christmas"

Chiara Ferragni con le uova di Pasqua "Pink Christmas" - Ansa

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Ha spiazzato più di qualcuno, Chiara Ferragni, quando ha esultato per lo schema di disegno di legge, già ribattezzato dai cronisti col suo nome e approvato ieri in Consiglio dei ministri per arginare le truffe legate a iniziative di beneficenza. Una norma che l’influencer ha salutato con favore («Questo ddl consente di colmare una lacuna che da una parte impedisce di cadere in errore, ma dall'altra evita il rischio che da ora in poi chiunque voglia fare attività di beneficenza in piena trasparenza desista per la paura di essere accusato di commettere un'attività illecita», ha dichiarato) dimostrando un certo sprezzo del pericolo, provando così a riabilitare la propria immagine dopo la figuraccia del “pandoro solidale” (o pseudo tale). Nel merito, il testo messo a punto dal tavolo di Palazzo Chigi prevede l’obbligo di «riportare sulle confezioni dei prodotti, anche tramite adesivi, alcune informazioni specifiche, tra le quali – ha spiegato il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso – anche l’importo complessivo destinato alla beneficenza, se viene predeterminato, in modo che il consumatore sappia con certezza quale parte del ricavato vada a iniziative solidaristiche».

Contestualmente i partner interessati dovranno comunicare ad Agcom che intendono realizzare questa attività promozionale, assieme al termine entro il quale ci sarà il versamento ai beneficiari. Ovviamente sono previsti controlli e «l’Autorità garante della concorrenza e del mercato – ha proseguito Urso – potrà sanzionare sul piano pecuniario con multe che vanno da 5mila a 50mila euro», anche per gli stessi influencer. I proventi di queste multe «saranno destinati ad iniziative solidaristiche », che un successivo decreto definirà.

Il ddl, come detto, ha ricevuto subito il plauso dell’imprenditrice dell’immagine, convinta che consentirà «di colmare una lacuna che da una parte impedisce di cadere in errore, ma dall'altra evita il rischio che da ora in poi chiunque voglia fare attività di beneficenza in piena trasparenza desista per la paura di essere accusato di commettere un'attività illecita». Peccato che il giudizio non sia condiviso, perché «in attesa di leggere il testo definitivo, il provvedimento rischia di essere un passo indietro rispetto alla vigente normativa», ha commentato il presidente dell'Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona. Le multe poi «continuano a essere insignificanti, ridicole e soprattutto infinitamente inferiori a quelle che l’Antitrust può comminare oggi per pratica scorretta e che possono arrivare fino a 10 milioni». Il Codacons si è spinto anche oltre e ha attaccato direttamente l’influencer parlando di «parole aberranti».

Ferragni, si legge in una nota dell’associazione, «dimostra di non aver minimamente compreso la gravità delle sue azioni» e «farebbe meglio a tacere chiedendo scusa agli italiani», perché «parlare di mero “errore” dinanzi a un illecito accertato dall’Antitrust con una multa da un milione di euro e a indagini a tutto campo della magistratura per quello che i pm definiscono un “sistema” ripetuto nel tempo per sfruttare la beneficenza a fini di profitto, è semplicemente vergognoso, e dimostra come l’influencer non abbia compreso il significato di truffa aggravata, e sia convinta che tutto possa essere ricondotto a un leggero e insignificante errore.

Dovremo a questo punto – è il suggerimento del Codacons – chiedere misure cautelari a suo carico, come l’inibizione di qualsiasi attività commerciale e il sequestro dei suoi social per evitare che compia altri illeciti». Insomma, l’intervento della “regina dei social” non ha sortito l’effetto desiderato, piuttosto ha peggiorato la situazione in un momento davvero complicato. Proprio ieri infatti anche la Mondelez, proprietaria del marchio Oreo con cui Ferragni pare avesse avviato un’altra alleanza oggetto di rilievi del Codacons, ha scaricato la moglie di Fedez avvertendo l’associazione che la collaborazione non prevedeva alcuna iniziativa solidaristica, evidentemente avviata da Ferragni in totale autonomia.

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