giovedì 23 luglio 2009
Gli animali forse usati in combattimenti illegali. Il ragazzino è stato ucciso dal branco che lo ha assalito quando è entrato nel terreno dove le bestie erano custodite. I carabinieri stanno cercando di individuare il cane responsabile del morso letale alla gola.
COMMENTA E CONDIVIDI
I cani che hanno aggredito e sbranato il piccolo Giuseppe Azzarello, sei anni appena, erano di proprietà del fratello della vittima. Era Ivan, 19 anni, che li custodiva in un recinto vicino a casa. È stato lo stesso ragazzo a confessarlo ai magistrati che lo hanno ascoltato nel pomeriggio di ieri come persona informata sui fatti in merito alla tragica morte del fratellino. Ivan, che ha precedenti per furto, era soggetto all’obbligo di firma e oggi verrà interrogato in Procura alla presenza di un avvocato. Ivan, che vive nella casa di famiglia con i genitori e i fratelli, ha ribadito ai magistrati che aveva detto a Giuseppe di non andare nel recinto dove il bambino, sfuggendo al controllo, si era già recato più volte prima della tragedia a portar da mangiare alle bestie. Quei cani erano lì da un pezzo, in un terreno abbandonato vicino all’abitazione della famiglia Azzarello, in contrada San Cosimo, ad Acireale. Martedì sera il bambino, come aveva fatto altre volte, malgrado i divieti dei fratelli e dei genitori, era tornato dentro quel recinto, è stato aggredito da un cane ed è stato sbranato. La morte del piccolo, hanno accertato ieri gli uomini della scientifica, è stata provocata da un morso alla giugulare. Il suo corpo, parzialmente sotterrato dagli cani, è stato scoperto solo nella serata di martedì, dopo un pomeriggio di ricerche. Giuseppe sapeva che in quel posto non doveva entrare, e proprio il fratello, ieri pomeriggio prima di ammettere di essere il proprietario delle bestie, aveva spiegato tra le lacrime che « gli ripetevamo sempre di non andare a giocare con quei cani, perché era pericoloso » . Dopo avere accertato di chi fossero le bestie, ora gli inquirenti devono capire cosa ci facessero in quel luogo. E le indagini puntano decise verso la pista dei cani da combattimento: all’interno del recinto infatti c’erano cucce rudimentali e pneumatici appesi a corde. Un elemento che farebbe pensare a un campo di addestramento per gli animali. Potrebbe quindi non essere stata la femmina di dogo argentino, inizialmente indicata come la responsabile della morte di Giuseppe, ma un cane di taglia più grossa, forse un molosso, che non è ancora stato catturato. E per essere certi di individuare il cane- killer, la procura di Catania ha affidato ai carabinieri del Ris il compito di svolgere alcuni esami sugli abiti del piccolo per individuare con certezza un animale pericoloso che, con ogni probabilità era stato addestrato per combattere. Catturati invece gli altri cinque cani, tre incatenati e due liberi, tra cui un doberman con regolare microchip: l’animale era stato rubato un mese fa. I genitori non parlano, sconvolti per quanto è accaduto. I vicini di casa li proteggono dai curiosi e dai giornalisti. La madre Alfia, casalinga, ha saputo della morte del figlio solo ieri mattina e, appresa la notizia, è svenuta. Martedì sera, il marito le aveva detto che Giuseppe era ferito ed era stato ricoverato in ospedale. Il bambino si recava spesso a portare da mangiare ai cani custoditi nel fondo di proprietà di un anziano deceduto tempo fa e ora oggetto di un contenzioso giudiziario tra gli eredi. Gli bastava mettere il piede su una pila di mattoni e scavalcare la recinzione. Per il parroco della vicina chiesa dei santi Cosma e Damiano, Mario Arezzi « Giuseppe è una delle tante vittime di chi non fa il proprio dovere. Chi guarda all’utile personale e non al bene comune deve sentirsi responsabile della morte di questo bambino » . Il luogo in cui è stato ucciso Giuseppe Azzarelli (Ansa)
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: