Nora, l'antica città sepolta che non smette di stupire

Scrigno di civiltà millenaria, le sue pietre parlano ancora grazie alle campagne di scavi. Per i visitatori tour immersivi con ricostruzioni in 3D. L’innalzamento del mare richiede attenzione
August 29, 2025
Nora, l'antica città sepolta che non smette di stupire
Ales&Ales, courtesy Agenzia Turistica Costiera Sulcitana | L'area archeologica di Nora
Il mare che ne ha determinato la nascita e la fortuna, lo stesso mare che la rende incredibilmente suggestiva agli occhi delle migliaia di persone che la visitano, ora rischia di comprometterne la sopravvivenza. L’antica città di Nora è una “sorvegliata speciale”: da una parte oggetto di studio per gli archeologi che incessantemente la indagano da mezzo secolo e ancora ne estraggono ricchezze di cultura, e dall’altra oggetto di azioni di tutela e conservazione per preservarne l’inestimabile patrimonio. Scrigno di bellezza e di civiltà millenaria, adagiata sul piccolo promontorio roccioso di Sant’Efisio, che chiude a sud-ovest il golfo di Cagliari, nel territorio del Comune di Pula, Nora è un organismo che “parla” ancora oggi, con i tesori che conserva nelle sue profondità e che a poco a poco rilascia.
Un'altra veduta dell'area archeologica - courtesy
Un'altra veduta dell'area archeologica - courtesy
Già nel VII secolo avanti Cristo la città era probabilmente uno scalo frequentato da navigatori-mercanti levantini; oggi il visitatore può passeggiare, accompagnato da guide esperte, accanto a tombe fenicie del VII secolo avanti Cristo, a significativi resti cartaginesi dell’età punica (dal tardo VI secolo a.C.) che rimandano l’immagine di una città ricca, coinvolta in traffici mediterranei, al centro di un territorio dedito all’agricoltura i cui prodotti venivano commerciati dal suo porto. Infine, si possono ammirare il foro, il teatro, il tempio romano, le quattro terme, il sistema viario, le ricche domus mosaicate e le botteghe dell’epoca romana. Di quest’ultimo periodo gli archeologi documentano due fasi di grande attività edilizia: tra il 40 e il 20 a.C, nella prima età augustea, e tra la fine del II e i primi decenni del III secolo d.C., durante il regno degli imperatori africani Severi. Una evoluzione nella continuità, sottolineano gli studiosi. Dopo i fenici e i cartaginesi, il periodo di massimo splendore della Nora romana dura due secoli e mezzo, fino al 455 d.C., quando i vandali occupano la Sardegna determinando anche il progressivo declino della città. Già nell’ottavo secolo d.C. Nora non esiste più, anche se la sua memoria non è mai davvero morta.
Il professor Jacopo Bonetto davanti a uno scavo statrigrafico - courtesy
Il professor Jacopo Bonetto davanti a uno scavo statrigrafico - courtesy
La sua ri-scoperta, a partire dalla metà dell’Ottocento, quando iniziarono le prime esplorazione e i primi ritrovamenti archeologici, ma più sistematicamente dalla metà del secolo scorso, è partita da ciò che allora appena affiorava dal terreno: alcune file di gradini del teatro romano. «Proprio lì dove era il foro romano, nel 1952 si decise di allestire un palcoscenico per spettacoli estivi. Ma durante i lavori di scavo si trovò ben altro», racconta il professor Jacopo Bonetto, docente di Archeologia classica, da 30 anni impegnato con l’Università di Padova nella missione di scavi a Nora. Da quel momento inizia la seconda vita di Nora.
E quello stesso mare che portò a ovest di Cagliari le navi fenicie, puniche e romane, insieme a merci, persone e idee, è oggi fondamentale per la tutela e la gestione del sito archeologico. Gli studi mostrano che dall’età romana a oggi il livello delle acque si è alzato di quasi un metro, causando l’arretramento della linea di costa di diverse decine di metri e portando alla sommersione di rilevanti porzioni di territorio.
Il Teatro - courtesy
Il Teatro - courtesy
Il parco archeologico, con i suoi 150mila metri quadri di superficie, è una Mecca per i ricercatori: quattro università se ne suddividono oggi gli studi – Cagliari, Genova, Milano e Padova, con campagne di scavi periodici in collaborazione con la Soprintendenza cagliaritana. Dopo le ricerche dell’Università di Cagliari in luglio, in questi giorni sono in arrivo due gruppi di ricercatori e studenti dell’Ateneo di Padova, che scaveranno tra l’altro nella necropoli e in una sezione dell’abitato romano, e altrettanti colleghi di Genova e Milano, che invece indagheranno l’area commerciale occidentale e l’area abitativa centrale della città. La Soprintendenza sta invece scavando nelle terme di Levante. «Il 50% dell’area archeologica di Nora è ancora da scoprire», afferma Bonetto. Anche sotto il mare, che conserva relitti e carichi di imbarcazioni che non sono arrivate a destinazione. All’inizio di luglio, durante un’operazione di bonifica condotta dalla Marina Militare per un ordigno bellico sommerso, è riemersa un’antica testa in terracotta, probabilmente parte di una statua votiva di epoca romana-repubblicana attualmente in corso di restauro da parte della Soprintendenza.
Studenti universitari in una sessione di scavi - courtesy
Studenti universitari in una sessione di scavi - courtesy
La compresenza di turisti e archeologi al lavoro è un valore aggiunto della visita a Nora: non è raro che i visitatori si soffermino, e rivolgano domande ai giovani ricercatori. Da poco sono stati installati nuovi pannelli, anche corredati da ricostruzioni in 3D. Fiore all’occhiello del parco archeologico è il recentissimo Virtual Tour, che consente, indossando appositi visori, di “immergersi” in una ricostruzione tridimensionale dei diversi luoghi della città, anche dall’alto e all’interno degli edifici: il tempio, il foro, le case, il mercato…
A breve la conoscenza dell’antica città di Nora si completerà con la visita al rinnovato Civico Museo archeologico Giovanni Patroni, nella vicina cittadina di Pula, che riaprirà dopo una lunga chiusura grazie alla volontà e all’impegno dell’amministrazione comunale e alla collaborazione della Soprintendenza e delle Università che operano a Nora. «Saranno esposte al pubblico molte delle più recenti acquisizioni degli scavi del sito – descrive Chiara Pilo, funzionaria archeologa della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Cagliari, e responsabile del territorio di Pula -. Il museo avrà un percorso espositivo ricco e aggiornatissimo. I pezzi forti? Difficile scegliere, tra i molti posso elencarne alcuni: un gruppo di pitture murarie delle case a est del Foro, un tesoretto di monete d’argento del tempio romano e un balsamario fenicio a forma di babbuino dalla necropoli».
L’interesse per Nora è andato crescendo nel tempo, come conferma la direttrice generale della Fondazione Pula Cultura Diffusa, attiva da 3 anni, Clara Pili: «Nel 2022 a Nora sono arrivati 72mila turisti, nel 2024 poco meno del doppio: 116mila. Abbiamo reso il 95% del sito accessibile ai visitatori disabili. Lavoriamo con i tour operator per far arrivare le classi scolastiche e i viaggiatori dal Nord Europa. Questo ci aiuta ad avere un flusso significativo anche nei mesi più fragili. E così facciamo conoscere la Sardegna anche dal punto di vista culturale».

"Noi camminiamo in Sardegna": la rassegna si chiude a Sant'Efisio

Si chiuderà proprio accanto all’area archeologica di Nora e alla attigua chiesa di Sant’Efisio (nella foto sotto) la quarta edizione di “Noi Camminiamo in Sardegna”, iniziativa promossa dall’Assessorato al turismo della Regione, in programma dal 1° al 5 ottobre, per valorizzare tutti i Cammini e le destinazioni di pellegrinaggio dell’isola, fra cui proprio quello di Sant’Efisio. Il percorso attraversa i Comuni di Cagliari, Capoterra, Sarroch, Villa San Pietro e infine Pula, toccando luoghi di fede, di storia e perché no, anche di ottima gastronomia. I visitatori, che arrivino a piedi o meno, potranno ammirare la chiesetta romanica del 1100, meravigliosamente ristrutturata, dove si dice siano stati martirizzati i santi Efisio e Potito e, nella laguna accanto, il Centro di recupero tartarughe marine dove vengono curati e riabilitati gli animali feriti prima di essere liberati in mare. Il sindaco di Pula, Walter Cabasino, spiega che il Comune sta lavorando alla ristrutturazione del salone laterale alla chiesa, che diventerà area per l’accoglienza dei visitatori. Il Cammino di sant’Efisio è un itinerario di 80 km, che diventano 100 se si visitano tutti i luoghi di devozione del santo. Diviso in quattro tappe, è espressione di quel “turismo lento” protagonista del futuro della Sardegna.

© RIPRODUZIONE RISERVATA