Nave Italia, i disabili diventano marinai 

August 1, 2016
Su "Nave Italia", il brigantino armato a goletta più grande del mondo, i ragazzi speciali dell'Associazione comunità papa Giovanni XXIII. Fra loro anche un bimbo sordocieco, tanto per far capire che, con amore e cura, limiti non esistono.
_gu2c-K2EbE;430;242 Così è stata
una settimana navigando
tra i mari della Sardegna, dell'Elba e infine della bassa Liguria, fianco a fianco con gli uomini della nostra Marina militare, trascorsa a sognare, "imparare a stare insieme e a tirar fuori l'entusiasmo", spiega
Fabio Gallo
, dell'Associazione che fondò don
Oreste Benzi
. Una settimana della quale restano "gli occhi felici di chi ha vissuto un'esperienza bella e avrebbe voluto non finisse". Tutti uguali in mare. Tutti fanno tutto, da cucinare a pulire e ad armare le vele (milletrecento metri quadrati…), da preparare i pasti a rassettare le proprie cuccette. "C'erano un paio di ragazzi che erano distaccati dal gruppo - racconta
Giorgio Rossi
, tenente di vascello e vicecomandante di Nave Italia - allora ci siamo avvicinati, siamo riusciti a coinvolgerli e hanno inziato a cantare e ballare con noi…". Ciascuno, una volta sbarcati a La Spezia, si è portato via qualcosa da questa settimana. "Due aspetti importanti, l'accoglienza e la condivisione", sottolinea
Angela Campo
, che fa parte della "Fondazione tender to Nave Italia". Il tenente di vascello invece custodirà "la voglia di vita di questi ragazzi, nonostante proprio dalla vita non abbiano avuto tantissimo". Per motivi diversi, "avevamo diversi ragazzi con difficoltà a stare in gruppi", dice Fabio Gallo. Ma "sono riusciti a superare questa cosa e a tirar fuori tutto l'entusiasmo che avevano dentro". Allora "direi - continua Gallo - che il bilancio di questa settimana sia ottimo".
E poi c'è una magia
. "E' sempre un'emozione vedere realizzarsi cose che sembravano impossibili", dice ancora Gallo: "Ci sono ragazzi che mai avrebbero pensato di poter
navigare su un brigantino
così e, soprattutto, in pocghi avrebbero pensatpo che ragazzi
anche con disabilità gravissim
e si sarebbero integrati al punto da diventare linfa vitale per gli altri".

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