Milano, com'è nata l'inchiesta e la mappa dei cantieri sospesi

Dal palazzo di piazza Aspromonte al Bosconavigli, il terremoto giudiziario ha stoppato diverse costruzioni. E gli acquirenti ora cercano di tutelarsi
July 31, 2025
Milano, com'è nata l'inchiesta e la mappa dei cantieri sospesi
ANSA |
Il terremoto giudiziario che ha colpito i vertici di Palazzo Marino è partito da un cortile a Città Studi. A dare il via alle indagini è stato infatti l’esposto sull’edificio di tre piani e una villetta abbattuti per far posto a un palazzo di sette piani, l’ormai celebre “Hidden garden” in piazza Aspromonte. Per i residenti quello era un abuso edilizio e, studiando passo passo le normative, se n’è convinta anche la Procura di Milano che ha chiesto il sequestro della palazzina.
Da questa prima inchiesta - chiusa nei mesi scorsi con 26 indagati - i fascicoli aperti dal 2022 si sono moltiplicati e, dall’ipotesi di abuso edilizio e lottizzazione abusiva, si è arrivati a squarciare il velo su un presunto “sistema di speculazione selvaggia”. Dopo le prime verifiche, le indagini della Gdf hanno svelato mano a mano violazioni di leggi, regole aggirate e l’uso di procedure accelerate senza i necessari “piani attuativi” che garantiscono i servizi per i cittadini delle zone interessate come verde, asili e parcheggi. Ma anche una “rete di relazioni” tra componenti della commissione Paesaggio, architetti, progettisti e imprese e il sospetto pagamento di tangenti, sotto forma di parcelle professionali, per dare il via libera agli interventi.
Nel frattempo quattro tranche sugli abusi edilizi sono arrivate a processo, l’ultima delle quali sul caso delle Park Towers a Crescenzago, con citazione diretta a giudizio o su decisione dei gup. Sono già incardinati i dibattimenti sulla Torre Milano di via Stresa alla Maggiolina, dove è stato citato come teste dalle difese anche il sindaco Sala, e quello sul progetto di via Fauchè. Per il 26 settembre è fissata l’udienza pre-dibattimentale sul Bosconavigli, il complesso che dovrebbe sorgere a San Cristoforo firmato da Stefano Boeri, tra gli imputati.
Tre anni di indagini e procedimenti, culminati nel blitz con le perquisizioni del 16 luglio scorso e, soprattutto, nelle richieste di arresto accolte ieri dal gip Mattia Fiorentini. Quest’ultimo filone d’inchiesta, con oltre 70 indagati, raggruppa anche la tranche su Giovanni Oggioni, l’ex numero due della commissione ed ex dirigente comunale, e i fascicoli sul progetto Scalo House.

“Famiglie sospese” verso class action

Una class action per chi è rimasto senza casa con i cantieri bloccati dalle inchieste sull’urbanistica milanese. È la proposta lanciata dal comitato Famiglie sospese, «vite in attesa». Lo ha annunciato il portavoce del comitato Filippo Borsellino, durante un punto stampa in via Valtellina 38, ai piedi di Scalo House, uno dei cantieri posti sotto sequestro dalla Procura di Milano, con il costruttore Green Stone. «È una delle idee che stiamo valutando, stiamo riflettendo per tutelarci nella miglior maniera possibile e ringrazio gli avvocati che si sono offerti di aiutarci gratuitamente», ha detto Borsellino, anche lui uno degli acquirenti colpiti dai sequestri, in particolare alle Residenze Lac.
Il portavoce: servono soluzioni, tra noi persone di 75 anni, non possiamo aspettare molto tempo

Oggi una delegazione del comitato incontrerà nuovamente il sindaco Giuseppe Sala a Palazzo Marino. «Ci aspettiamo che possano essere avanzate delle soluzioni alla nostra situazione – ha proseguito Borsellino –. Con alcune associazioni di categoria rivolgiamo un appello alle istituzioni, al sindaco Sala, all’attuale assessore all’Urbanistica, al ministro Matteo Salvini perché ci sia un tavolo di confronto e Milano possa riprendere a lavorare e a sbloccare questa situazione, ovviamente nel rispetto delle indagini perché desideriamo sia fatta luce su quanto successo e chi ha sbagliato è giusto che paghi. Per noi non è solo una questione di soldi ma anche di tempo: la Cassazione sul cantiere Lac ci ha suggerito di fare causa al Comune, al costruttore, ma tra di noi ci sono persone che non possono aspettare anni, che hanno 75 anni e magari a fine processo non sanno se saranno ancora qui».
Ieri pomeriggio il comitato è stato ascoltato in Commissione Casa della Regione Lombardia. La richiesta alle istituzioni è la creazione di un tavolo di lavoro «pubblico e di aggiornamento su quanto fatto e le conseguente prospettive nelle prossime settimane. Un confronto che garantisca aggiornamenti regolare e restituisca certezze e normalità a migliaia di cittadini». A questo scopo, ha spiegato Borsellino, «siamo stati contattati da alcune associazioni di categoria nei giorni scorsi», Aspesi, Assoedilizia e Unione Artigiani Milano, «e insieme abbiamo deciso di rivolgere un appello alle istituzioni, sia al sindaco Sala, che all’assessora Scavuzzo che al ministro Salvini, per chiedere un tavolo di confronto affinché Milano possa riprendere a lavorare e a sbloccare la situazione, ovviamente nel rispetto delle indagini - ha spiegato Borsellino -. Noi desideriamo che venga fatta luce su quanto successo e che chi ha sbagliato paghi», ha aggiunto il portavoce delle oltre 4500 famiglie riunite nel comitato. Intanto da Green Stone, costruttore titolare del cantiere di Scalo House, fanno sapere che continuano le interlocuzioni con il Comune di Milano per costruire una proposta condivisa da sottoporre alla Procura.
«Più di un anno fa sono arrivate le prime ordinanze. Da allora, per migliaia di famiglie, la vita si è fermata. - così si conclude la lettera inviata anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni -. Abbiamo ascoltato parole, ipotesi, promesse. Ma la verità è che i nostri figli crescono senza sapere dove vivranno. I mutui e i prestiti corrono, ma le case sono chiuse. E intanto lavoratori e imprese restano bloccati, senza certezze».

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