Lo stadio di San Siro a Milano è stato venduto, e ora?
Il via libera del Consiglio comunale. Ora i club che lo hanno pagato 197 milioni lavoreranno prima alla demolizione per poi avere un nuovo impianto da 71.500 posti, con parcheggi, negozi, ristoranti

Le luci a San Siro, come cantava Roberto Vecchioni, si stanno per spegnere. Milano ha confermato la vendita dello stadio intitolato a Giuseppe Meazza di cui resterà soltanto un pezzo della curva Sud, trasformato in museo per raccontare la sua storia e quella dei tantissimi campioni che alla Scala del calcio si sono esibiti. Tutto il resto sarà abbattuto per far posto a un moderno impianto da 71.500 posti, con annessi parcheggi, negozi, ristoranti e persino hotel di lusso.
A notte fonda, il Consiglio comunale ha approvato la delibera per la cessione dello stadio a Milan e Inter, la cui offerta da 197 milioni di euro sarebbe scaduta proprio oggi. I voti a favore della maggioranza sono stati 24, sufficienti a far passare il documento grazie alla decisione di Forza Italia di uscire dall'Aula che ha abbassato il quorum; i no sono stati invece 20, nessun consigliere si è astenuto. Il tempo di ospitare la cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina che lo storico impianto, a cent'anni dalla sua inaugurazione, sarà abbattuto per lasciare il posto a un altro, più moderno e funzionale, in tempo per gli Europei di calcio del 2032.
«Abbiamo provato a scrivere una pagina nuova, e siamo solo all'inizio», afferma al termine della seduta di quasi 12 ore la vicesindaca Anna Scavuzzo, che parla di «soddisfazione rispetto alla prospettiva di trasformare l'area di San Siro, su cui c'era preoccupazione per un futuro incerto».
Rimanda invece i commenti alle prossime ore il sindaco, Giuseppe Sala, rimasto in Aula per tutta la seduta. «In 'salese'», il gergo del Consiglio comunale, «mi ha detto 'sono contento'», rivela Scavuzzo, auspicando ora che «la maggioranza non perda i pezzi, anche se il passaggio è stato di forte frizione».
Dei 20 voti contrari alla delibera, sono sette quelli della maggioranza, che si aggiungono a quelli di Lega, Fratelli d'Italia, Noi Moderati e di un consigliere di Forza Italia, Alessandro De Chirico, che ha votato no in dissenso con la linea del partito. Non hanno partecipato al voto il capogruppo della Lista Beppe Sala Sindaco, Marco Fumagalli, che ha dichiarato la sua intenzione di dimettersi, e Manfedi Palmeri del centrodestra.
Nel corso della lunga discussione non sono mancate le polemiche, anche della maggioranza e, soprattutto, dei Verdi, in particolare per avere scelto il metodo della tagliola: un sub emendamento, quando ormai erano le 3 di notte, ha fatto decadere la maggior parte dei 239 emendamenti. Sino a quel momento ne erano stati discussi appena 25. «Quando ci sono posizioni diverse che si confrontano - prova a tagliare corto la vicesindaca Scavuzzo - la dialettica funziona così. Abbiamo lasciato lo spazio per esprimersi e per assumere una decisione e la maggioranza di questa aula si è espressa».
La parola passa ora a Milan e Inter. «Adesso parte una pratica amministrativa non banale - conclude Scavuzzo - e tocca alle squadre fare una parte che fino ad ora hanno fatto troppo poco».
È da poco meno di vent’anni che circolano le ipotesi di costruire un nuovo stadio: più precisamente al 2008, quando l’Inter di Massimo Moratti commissiona uno studio a Stefano Boeri (che resterà sulla carta) di un nuovo impianto in zona Bovisa. Alcuni anni dopo è stato il Milan di Barbara Berlusconi a guardarsi intorno, puntando al Portello (dove viene poi venne inaugurata Casa Milan). Ma è solo ne 2019 che il dibattito e pure le proteste entrano nel vivo. Nell’estate di quell’anno, Inter e Milan presentarono una proposta alla giunta Sala per realizzare un nuovo stadio nell’area di San Siro. Il sindaco cercò di convincere i club a ristrutturare l’impianto, ma per loro è più conveniente realizzarne uno nuovo.
Ed è da qui che si riparte oggi prima con la demolizione e poi con il nuovo progetto dello stadio affidato agli studi internazionali di architettura Foster + Partners e Manica, a conferma dell'intenzione dei due club Inter e Milan «di dare ai tifosi e alla città di Milano uno stadio all'altezza degli standard più elevati, che rappresenti un nuovo fiore all'occhiello anche da un punto di vista architettonico». Nel dossier di quasi trecento pagine che nei mesi scorsi Inter e Milan avevano presentato al Comune di Milano si parlava di un investimento di circa 1,2 miliardi di euro, 700 milioni solo per la realizzazione del nuovo impianto. Inserito in un progetto di rigenerazione urbana di circa 281mila metri quadrati, il nuovo stadio avrà due grandi anelli, memoria storica del progetto degli anni Cinquanta, con una inclinazione studiata per garantire la visibilità ottimale da ogni settore.
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