La bomba, le minacce, la solidarietà: cosa è successo a Ranucci

Ordigno esplode sotto l'auto del conduttore di "Report" davanti alla sua abitazione di Campo Ascolano, alle porte di Roma. Danneggiata anche una casa. Indaga l'Antimafia
October 17, 2025
La bomba, le minacce, la solidarietà: cosa è successo a Ranucci
Il giornalista Sigfrido Ranucci/ ANSA
L'auto di Sigfrido Ranucci, giornalista e conduttore di Report, e quella di sua figlia sono esplose e sono state completamente avvolte dalle fiamme. Ne dà notizia lo stesso giornalista sui social. «Due ordigni - si legge nel post - hanno distrutto le automobili parcheggiate davanti casa a Campo Ascolano, alle porte di Roma. Le deflagrazioni sono state così forti da scuotere l'intero quartiere». La trasmissione Report sui suoi profili social fa esplicito riferimento all'esplosione di «un ordigno piazzato sotto l'auto del giornalista» e che la deflagrazione avrebbe potuto uccidere. «L'auto è saltata in aria - si legge - danneggiando anche l'altra auto di famiglia e la casa accanto. Sul posto carabinieri, Digos, vigili del fuoco e scientifica. La Procura di competenza si è attivata per le verifiche, avvisato il Prefetto. La potenza dell'esplosione è stata tale per cui avrebbe potuto uccidere chi fosse passato in quel momento».
«Sono in auto con la scorta dei carabinieri e sto andando a denunciare quanto accaduto», spiega Ranucci. «Mia figlia ha posteggiato la sua auto ed è passata da lì 20 minuti prima dell'accaduto - fa sapere ancora il conduttore -. Sembra che si tratti di un ordigno rudimentale, ma ora bisogna vedere la natura dell'esplosivo. Con tutte le minacce che riceviamo non è semplice risalire alla matrice». Nel video postato dalla trasmissione Report sui social si vede la parte anteriore dell'auto del giornalista completamente distrutta e la vettura accanto, quella della figlia, danneggiata. L'esplosione dell'ordigno, piazzato sotto l'auto del conduttore, ha provocato anche il danneggiamento della casa accanto. Ranucci ha spiegato che la sua auto era stata parcheggiata in quel posto dal figlio ieri all'ora di pranzo. Il conduttore, che è sotto scorta dal 2014 dopo le minacce di morte da parte della mafia, da tempo denuncia anche «il clima di isolamento e di delegittimazione nei miei confronti», ricordando di aver subito varie minacce negli ultimi tempi, a partire dal ritrovamento di due proiettili P38 fuori casa fino al pedinamento di soggetti identificati dalla sua scorta.
Immediata la vicinanza espressa nei confronti del giornalista da parte di tutte la forze politiche. A cominciare dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha fatto pervenire la sua solidarietà e la «severa condanna» per l'intimidazione. «Un gesto gravissimo, vile, inaccettabile. Un ordigno ha fatto esplodere l'auto di Sigfrido Ranucci, davanti alla sua abitazione. Per fortuna nessuno è rimasto ferito, ma resta la gravità estrema di un atto che colpisce non solo un giornalista, ma la libertà stessa di informare e di esprimersi. A lui e alla sua famiglia la mia piena solidarietà e vicinanza». Così il ministro Guido Crosetto sul profilo X del ministero della Difesa. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, esprime «piena solidarietà al giornalista Sigfrido Ranucci e la più ferma condanna per il grave atto intimidatorio da lui subito. La libertà e l'indipendenza dell'informazione sono valori irrinunciabili delle nostre democrazie, che continueremo a difendere». Lo si legge in una nota diffusa da Palazzo Chigi. «Quanto successo a Pomezia è di una gravità inaudita e inaccettabile. Totale solidarietà a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia». Lo scrive su X il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. «Esprimo ferma condanna per il grave atto intimidatorio subito dal giornalista Sigfrido Ranucci e dalla sua famiglia, ai quali rivolgo la mia piena solidarietà. Non esiste motivazione che possa giustificare questa violenza». È il messaggio su X del vice premier e ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani. «Piena solidarietà a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia per il grave attentato di cui è stato vittima. Un gesto vigliacco e gravissimo che rappresenta un attacco non solo alla persona ma alla libertà di stampa e ai valori fondamentali della nostra democrazia. Ci sarà il massimo impegno delle forze di polizia per accertare rapidamente gli autori. Ho dato mandato di rafforzare al massimo ogni misura a sua protezione», ha dichiarato il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. «Rivolgo a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia la solidarietà mia personale e del Senato della Repubblica per il gravissimo atto intimidatorio accaduto nella notte. Una vicenda davvero inquietante che condanniamo con forza e sulla quale ci auguriamo che la giustizia faccia rapidamente il suo corso individuando quanto prima i colpevoli». Lo scrive sui suoi canali social il presidente del Senato, Ignazio La Russa«L'attentato a Sigfrido Ranucci è un attentato alla democrazia e alla libertà di informazione. Un attacco vile e pericoloso a una persona già sotto scorta per aver svolto il suo lavoro di giornalista d'inchiesta, un attacco che richiede la reazione e la presenza delle istituzioni. Non possiamo accettare alcuna intimidazione al giornalismo d'inchiesta. Sia fatta piena luce sui responsabili e la matrice di questo gravissimo attentato. A Sigfrido Ranucci e sua figlia voglio esprimere la massima solidarietà e vicinanza mia e di tutto il Partito Democratico». Così la segretaria del Pd Elly Schlein. «Ho sentito Sigfrido Ranucci per portare la solidarietà del M5s, fra poco andrò sul luogo di questo vile gesto, bisogna esserci. La bomba che ha distrutto la sua auto e quella di sua figlia, che poteva ucciderli, è un attacco a tutti noi. Dobbiamo far sentire tutta la nostra vicinanza a un giornalista che combatte ogni giorno per difendere centimetro dopo centimetro la sua libertà nel servizio pubblico». Lo scrive su Facebook il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte.  «Esprimo piena solidarietà a nome mio e di Italia viva a Sigfrido Ranucci, a sua figlia e a tutta la redazione di Report. Auspico che le indagini facciano rapidamente chiarezza e consentano di punire velocemente i responsabili di questo inaccettabile atto di violenza». Così Matteo Renzi, leader di Italia Viva. «Esprimo tutta la mia solidarietà e vicinanza a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia per il gravissimo attentato di questa notte. L'esplosione che ha distrutto le auto del giornalista e di sua figlia davanti alla loro abitazione a Pomezia è un atto vile e intimidatorio che rappresenta un attacco diretto alla libertà di stampa e al giornalismo d'inchiesta». Così Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi Sinistra e co-portavoce nazionale di Europa Verde. «Le parole di Ranucci, che ha denunciato un "clima di isolamento e di delegittimazione" nei suoi confronti, ricordando le minacce, il proiettile di P38, i pedinamenti e i dossieraggi anche dall'estero, descrivono una situazione inquietante e indegna di un Paese democratico. Chi in questi anni ha attaccato Ranucci e la redazione di Report, arrivando perfino a chiedere il fermo della trasmissione, rifletta e chieda scusa. Alimentare campagne di delegittimazione contro chi fa inchieste coraggiose - sottolinea ancora Bonelli - significa rendersi complici di un clima d'odio che oggi esplode in tutta la sua gravità. Difendere Ranucci e Report significa difendere il diritto dei cittadini a conoscere la verità, a controllare il potere e a vivere in una democrazia fondata sulla libertà di informazione. Lo Stato deve garantire piena protezione e sostegno a chi svolge con coraggio un lavoro essenziale per la trasparenza e la giustizia». «Stanotte hanno fatto esplodere le auto di Sigfrido Ranucci e di sua figlia, davanti alla loro casa: un ordigno che avrebbe potuto uccidere. Ci auguriamo che le indagini siano veloci e che si sappia subito la verità su quanto accaduto, su chi ha commesso l'attentato. Il dovere più urgente che abbiamo, soprattutto la politica, è stare al fianco di Ranucci, senza se e senza ma. Ogni mezza frase, ogni parola a metà può suonare come tentativo di delegittimazione. E abbiamo purtroppo imparato dal passato recente di questo Paese che non esiste bersaglio più semplice che un uomo lasciato solo. Con Ranucci, con la sua famiglia - conclude Nicola Fratoianni di Avs - e con tutta la redazione di Report».
L'ad Rai Giampaolo Rossi e l'intera azienda «si stringono al fianco di Sigfrido Ranucci ed esprimono massima solidarietà per il grave e vile attentato intimidatorio». «Il ruolo della Rai e di chi opera al suo interno è quello di garantire dialogo, pluralismo e rispetto nel racconto quotidiano del nostro tempo - si legge in una nota -. La Rai respinge con forza e determinazione ogni minaccia contro chi svolge il proprio lavoro nel Servizio Pubblico. L'essenza vitale della nostra democrazia è la libertà informativa che la Rai garantisce e che i suoi giornalisti rappresentano». «L'attentato di questa notte contro Sigfrido Ranucci è un salto di qualità. Dalle informazioni disponibili, hanno fatto esplodere un ordigno rudimentale davanti alla sua casa di Pomezia: distrutte due sue auto. È successo nel giorno dell'anniversario dell'assassinio di Daphne Caruana Galizia, la giornalista di inchiesta uccisa a Malta con una autobomba otto anni fa. È un fatto che ci richiama ad anni bui del nostro Paese. È necessaria una reazione urgente per individuare autori e mandanti di questo attentato: colpire l'informazione vuol dire colpire le nostre libertà, la nostra democrazia». Lo sostiene in una nota Vittorio di Trapani, presidente della Fnsi-Federazione nazionale stampa italiana.
I pm dell'antimafia di Roma indagano su quanto avvenuto nella tarda serata di ieri a Pomezia. Al momento il pm della Dda Carlo Villani - coordinato dall'aggiunto Ilaria Calò - procede per danneggiamento con l'aggravante del metodo mafioso in attesa di ricevere le prime informative dalle forze dell'ordine intervenute.

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