Il volontariato crea competenze. Terzo Settore e Caritas: «Vanno riconosciute»

Indagine dell'Università di Roma Tre sulle capacità spendibili anche nella formazione e nel lavoro. La viceministro Bellucci (Lavoro e politiche sociali): Decreto all'esame della Conferenza unific
April 28, 2025
Il volontariato crea competenze. Terzo Settore e Caritas: «Vanno riconosciute»
Imagoeconomica | Volontariato in una mensa per poveri
Una palestra di cittadinanza, democrazia, partecipazione. E, allo stesso tempo, una scuola di competenze trasversali - lavoro di squadra, empatia, capacità di ascolto - potenzialmente spendibili anche nel mondo dell’istruzione e del lavoro. È tutto nel volontariato, patrimonio italiano, generatore di capacità che meritano un riconoscimento istituzionale e pubblico. Un atto politico che realizzerebbe quanto peraltro già disposto dal Codice del Terzo Settore. Funzionando anche come incentivo al volontariato.
È il quadro che emerge dalla ricerca promossa da Forum Terzo Settore e Caritas Italiana, in collaborazione con il Dipartimento di scienze della formazione dell’Università di Roma Tre, che indaga proprio sulle competenze nate, sviluppate e utilizzate durante le esperienze di volontariato. Ed evidenzia anche le motivazioni individuali all’impegno. Al convegno di presentazione dell’indagine, la viceministro del Lavoro e delle politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, assicura che il decreto interministeriale sul riconoscimento del le competenze è in arrivo. Sul quando, però, mancano ancora certezze.
La ricerca Noi+. Valorizza te stesso, valorizzi il volontariato ha coinvolto quasi 9 mila volontari. Le competenze più utilizzate sono quelle “sociali” (dal 92% del campione), le cosiddette soft skills che hanno a che fare con l’empatia e la capacità di comunicare. Seguite (quasi l’87%) dalla competenza di “apprendere ad apprendere” cioè capacità di imparare e sviluppare pensiero critico durante tutte le fasi della vita. All’85% le competenze “personali”, come gestire le emozioni e affrontare i cambiamenti. Supera l’80% anche la competenza “di cittadinanza”, la piena partecipazione alla vita civica e sociale. Di contro, le competenze impiegate in misura minore sono quelle manageriali e di leadership (43%) e imprenditoriali (42%).
L’indagine rileva anche un divario di genere: in 9 sulle 11 competenze individuate sono le donne a prevalere. Mentre le competenze manageriali, di leadership e digitali sono più diffuse tra i maschi. Reale differenza di genere o retaggio socio-culturale?
Cosa motiva al volontariato? Il “contributo alla comunità” è quasi all’88%, poi “l’arricchimento professionale” al 32%, la “fede nella causa del gruppo” al 32% e la “volontà di rispondere ai bisogni della società”, meno del 27%. Metà dei volontari (quasi il 54%) pensa che il proprio impegno cambi la realtà. Più del 75% afferma che il volontariato ha modificato profondamente il proprio modo di pensare, specie tra i giovani.
«Le competenze trasversali - afferma Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Terzo Settore - sono sempre più fondamentali sul lavoro, nelle relazioni di comunità e per la costruzione di cittadinanza attiva. Il loro riconoscimento è al centro di una sfida. Il Terzo settore è stato pioniere in questo percorso col Servizio civile universale. È tempo di compiere passi in avanti, seguendo la strada indicata anche dall’UE». Palucchi chiede di «realizzare quanto già disposto dal Codice del Terzo Settore sul riconoscimento delle competenze dei volontari, dando seguito al decreto del 2024 sull’individuazione, validazione e certificazione delle competenze. Questo rafforzerà la cultura del volontariato nel Paese, soprattutto tra i giovani».
Il governo ha affrontato il nodo col decreto interministeriale varato il 9 agosto 2024, ribatte la viceministro Bellucci, grazie all’iniziativa del ministero del Lavoro e delle politiche sociali: «Il decreto - sottolinea - è stato condiviso anche col Forum Terzo settore. Un atto serio, per cui è servito il tempo necessario. Prima c’è voluto un “decreto madre” per individuare gli enti certificatori delle competenze. Ora il decreto interministeriale è all’esame della Conferenza unificata», che l’ha preso in carico a dicembre. «In brevissimo tempo potrà essere licenziato», è la promessa della viceministro.
Don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, sottolinea che «le competenze dei volontari, coniugate con le loro motivazioni, sono la forza del volontariato e una risorsa importante per tutta la società. Dare piena attuazione alle normative che promuovono lo sviluppo del servizio volontario va a beneficio di tutti, a cominciare dalle pubbliche istituzioni più vicine ai cittadini». Poi don Pagniello racconta il giudizio sui volontari che gli confidò Papa Francesco in un colloquio personale: «Mi disse della sua grande scoperta in Italia del volontariato, che non aveva uguali in Europa, forse nel mondo. E mi disse: “Prenditene cura, don Marco”».

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