Ecco il nuovo decreto flussi: 500mila ingressi in tre anni

Arriva il Dpcm che apre a 165mila arrivi di lavoratori stranieri l'anno, dal 2026 al 2028. Per Palazzo Chigi è "manodopera indispensabile". Ma nel triennio passato i contratti firmati sono s
June 29, 2025
Ecco il nuovo decreto flussi: 500mila ingressi in tre anni
. | Lavoratori stranieri
La conferma delle anticipazioni che circolavano da domenica è arrivata ieri poco dopo le 17. Durante il Consiglio dei ministri, è stato licenziato l’annunciato provvedimento sui flussi per il prossimo triennio. Si tratta di un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, il secondo in materia ad opera del governo guidato dalla premier Giorgia Meloni, dopo quello varato per il triennio 2023-2025, attestatosi su 450mila arrivi legali. Il nuovo Dpcm autorizza l’ingresso di mezzo milione mila lavoratori stranieri negli anni 2026-2027-2028, con l’obiettivo di correlare l'entità dei flussi di ingresso al fabbisogno del mercato del lavoro. Si tratta, si legge in una nota di Palazzo Chigi seguita al Cdm, di «manodopera indispensabile al sistema economico e produttivo nazionale e altrimenti non reperibile».

I nuovi tetti prefissati:165mila lavoratori l’anno

In totale, si tratta di 497.550 ingressi, di cui 230.550 per lavoro subordinato non stagionale e autonomo e 267mila per lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico. Riguardo alla ripartizione dei tetti per ciascuna annata, nel 2026 dovrebbe trattarsi di 164.850 ingressi; nei due anni seguenti la cifra potrebbe essere più o meno analoga. Per il lavoro subordinato non stagionale e per quello autonomo, verrebbero ammesse 76.850 persone per anno. Per quanto riguarda colf e badanti, la finestra sarebbe di 13.600 unità per il 2026, 14.000 per il 2027 e 14.200 per il 2028. Ancora, per il lavoro stagionale sarebbero previsti 88mila ingressi nel 2026, 89mila nel 2027 e 90mila nel 2028. Nella nota seguita al Cdm, si segnala che «resta ferma la volontà di incentivare gli ingressi fuori quota, anche nella prospettiva di un ridimensionamento del meccanismo del click day, secondo un percorso graduale».

Quote preferenziali per i Paesi anti trafficanti


L’intenzione dell’esecutivo resta quella di incentivare la collaborazione coi Paesi d’origine e di transito dei flussi migratori verso l'Italia. Ciò per facilitare la migrazione regolare, contrastando di converso quella irregolare. Secondo l’ultima bozza, vengono stabilite quote preferenziali riservate ai lavoratori di Stati che, anche in collaborazione con l’Italia, promuovano campagne mediatiche sui rischi per l’incolumità derivanti dall'inserimento in traffici migratori irregolari, commisurando le suddette quote agli ingressi avvenuti a tale titolo nel triennio precedente. Le quote sono state determinate, informa la nota di Palazzo Chigi, «tenendo conto dei fabbisogni espressi dalle parti sociali». Inoltre, resta la determinazione «di consentire canali legali di ingresso soprattutto a beneficio di importanti settori della nostra economia», ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a La Stampa, ritenendola «uno dei pilastri della nostra azione, insieme al contrasto agli ingressi gestiti da trafficanti».

La burocrazia e i numeri reali degli ingressi

Se si sommano i tetti dei due Dpcm dell’esecutivo Meloni, si arriva a 950mila ingressi autorizzati sulla carta. Una cifra imponente, rispetto alle decine di migliaia previste annualmente dai governi passati, che costituisce una concreta apertura alle richieste di manodopera avanzate dal mondo datoriale. Tuttavia, nei fatti quei numeri non trovano rispondenza negli effettivi contratti di lavoro firmati, per ragioni varie (dai tempi burocratici all’eventualità che il datore di lavoro si tiri indietro). Secondo il monitoraggio della campagna “Ero Straniero”, nel 2024 solo il 7,8% delle quote di ingressi stabilito si è poi convertito in permessi di soggiorno e impieghi stabili: per la precisione, su 119.890 quote assegnate quell’anno, le domande finalizzate presso le prefetture italiane sono state 9.331. Se si guada al 2023, la percentuale è stata del 13%, con 16.188 pratiche concluse a fronte di 127.707 ingressi assegnati. Sempre quell’anno, i permessi concessi sono stati 9.528, con un tasso di successo della procedura sul 7,5%.

Il plauso di Coldiretti,le richieste di Assindatcolf

Dal fronte delle opposizioni, Riccardo Magi di +Europa ritiene «inutile il decreto se non si cambia la legge Bossi-Fini». La Coldiretti apprezza che salgano a 47mila gli stagionali gestiti dalle associazioni agricole, «un importante passo avanti per garantire la disponibilità di lavoratori nei campi e la produzione alimentare nel Paese». Mentre Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, p arla di un «segnale positivo», invitando però il Governo a superare «il click day, che si traduce di fatto in una lotteria» e a coinvolgere «le associazioni di categoria nella gestione di parte delle quote», per garantire una lavorazione «corretta e trasparente delle pratiche, dall'invio dell'istanza fino alla sottoscrizione del contratto».

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