Droga e telefonini nelle nostre carceri: maxi-blitz e 116 indagati
L'operazione condotta dai carabinieri e dal nucleo Investigativo della Polizia penitenziaria investe Piemonte, Liguria, Sardegna ed Emilia-Romagna. Delmastro: l'operazione dimostra che lo Stato c'

È scattata nelle prime ore del mattino l’operazione dei carabinieri di Torino e del nucleo Investigativo regionale della Polizia Penitenziaria del Piemonte, coordinata dalla Procura del capoluogo, che vede coinvolte 116 persone indagate per traffico di stupefacenti, per aver fatto entrare telefonini all'interno di alcuni penitenziari e per altri reati. Il blitz riguarda le province di Torino, Alessandria, Biella, Vercelli, Cuneo, Sassari, Savona, Imperia e Modena, con esecuzione di decreti di perquisizioni sia in abitazioni che in istituti di pena.
Sono 64 le perquisizioni operate dall’alba. Dall'inchiesta è emerso che all'interno della casa circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino, alcuni detenuti avrebbero avuto la disponibilità di numerosi telefoni cellulari, che sono stati individuati e messi sotto controllo dagli investigatori. I telefonini erano entrati nel carcere spesso con la collaborazione dei parenti dei detenuti o portati dagli stessi reclusi quando rientravano da permessi di uscita. I cellulari venivano utilizzati per mantenere i contatti non solo con i familiari ma, come hanno riferito gli investigatori, con persone che dall'esterno organizzavano modalità per far entrare la droga nel carcere. Proprio nella casa circondariale, sarebbe stato accertato un vero e proprio traffico di stupefacenti, che veniva pagato con carte prepagate. Nel corso delle indagini preliminari ci sono stati sequestri e arresti in flagranza di reato, con il ritrovamento di telefonini e droga nei penitenziari monitorati. Le indagini non hanno evidenziato specifiche responsabilità penali in capo a personale dell'amministrazione penitenziaria in servizio negli istituti di pena.
«Chi pensava di trasformare gli istituti penitenziari in centrali dello spaccio oggi riceve un messaggio chiaro: lo Stato c'è», ha dichiarato il sottosegretario al ministero della Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove. Si tratta di «un'operazione straordinaria, che colpisce duramente il traffico di droga nelle carceri e ribadisce con forza che lo Stato non arretra di un millimetro di fronte alla criminalità - ha aggiunto Delmastro -. Con il Governo Meloni, lo Stato fa lo Stato: con i suoi anticorpi, con la Polizia penitenziaria e con operazioni come questa, che colpiscono alla radice i tentativi di infiltrazione della malavita organizzata».
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