giovedì 27 ottobre 2022
La ricorrenza del 28 ottobre 1922 è occasione per una vasta produzione editoriale, sia in ambito storiografico sia in ambito divulgativo e narrativo. Ecco un panorama dell'offerta
Un'immagine della mostra "La marcia su Roma: Il crollo della democrazia in Italia" allestita in questi giorni nel Museo del Risorgimento di Milano

Un'immagine della mostra "La marcia su Roma: Il crollo della democrazia in Italia" allestita in questi giorni nel Museo del Risorgimento di Milano - Ansa / Matteo Corner

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Il centenario della marcia su Roma ha prodotto una vera a propria “marcia sulle librerie”. Con saggi storici di lungo periodo e naturalmente ricostruzioni puntuali degli avvenimenti del 28 ottobre 1922, altri di taglio più politologico, monografie sul dissenso a Mussolini, sulle donne pro o contro il regime; inoltre volumi di alta divulgazione giornalistica, e - pur se non legati strettamente all’anniversario - romanzi. Anzi, “il” romanzo più atteso di questo autunno: il terzo volume delle saga “M” di Antonio Scurati. Certo, il tema del fascismo è di quelli che da sempre “tira” in ognuno dei settori appena specificati. Segno, tra le altre cose, di conti con il passato che l’Italia fatica a tirare ( en passant ne abbiamo visto un saggio nella discussione pubblica che ha accompagnato la campagna elettorale appena conclusa e i primi passi della nuova maggioranza di centrodestra a guida Fratelli d’Italia).

Il fenomeno storico

«I centenari sono in genere occasioni per operazioni di uso pubblico della storia», la constatazione di carattere generale che Salvatore Lupo e Angelo Ventrone scrivono nella premessa al volume collettaneo da loro curato, Il fascismo nella storia italiana (Donzelli, pagine 404, euro 35,00). Come sosteneva Ernest Renan nell’800 in questi casi le nazioni attuano processi di memoria, ma anche di oblio. « In particolare, il centenario da cui prendiamo spunto non può non chiamare in causa la o le identità degli italiani e quella della loro Repubblica, nata antifascista e oggi impegnata tra mille incertezze, tra memoria e smemo-ratezze, a ridefinirsi».

I saggi che compongono il libro spaziano dai concetti cardine del fascismo: rivoluzione e “uomo nuovo”, fino per via cronologica - a fenomeni come l’estensione della categoria di fascismo a regimi i più disparati. La marcia su Roma, scrive Alberto De Bernardi nel saggio ad essa dedicato, fu «rivoluzione simbolica» che fu l’esito di due processi: «Militarizzazione del fascismo, imnperniata sulla forza politica dello squadrismo e fascistizzazione della destra». Luca Falsini in Nelle braccia del Duce, sempre per Donzelli (pagine 238, euro 28,00) esplicita già nel sottotitolo il perimetro della sua ricerca (che non si ferma al 1922, ma all’anno del compimento della dittatura, la legge Acerbo): “Breve storia d’Italia dalla Grande guerra al fascismo (1917-1923)”.

In particolare la guerra del ’15-’18 che «oggi alcuni amano descrivere come momento di unità nazionale» e di patriottismo, invece fu «una guerra divisiva». Prospettiva che assume anche Marco Mondini nel suo Roma 1922 (il Mulino, pagine 288, euro 22,00), portando ad emblema il fatto che al suo arrivo a Piazza Venezia il presidente del Consiglio Benito Mussolini fosse in compagnia di Armando Diaz, duca della Vittoria, e dell’ammiraglio Thaon di Revel ministro della Marina. A seguire l’omaggio al Milite ignoto e la piazza, piena di vedove e reduci, che intona la Canzone del Piave. «Prodotto malsano della logica maniche a brutale della guerra totale, i fascisti erano ossessionati dal potere e dalla possibilità di redimere la nazione e di trasformare gli italiani anche a costo di sterminare tutti coloro che non erano con loro». Di qui una mobilitazione, con la promessa di non deporre le armi fino all’instaurazione dell’ordine nuovo, che sconvolse l’Europa.

Gli echi che si ebbero in Francia sono al centro di Mussolini, un homme à nous di Alberto Toscano (Armand Colin, pagine 240, euro 19,90). Giornalista, presidente dell’associazione della stampa europea a Parigi, Toscano ha fatto conoscere Oltralpe le gesta in favore degli ebrei di Gino Bartali. La sua è una disamina della stampa francese di un secolo fa. Nel 1914 giornali e governo sostenevano in funzione anti-tedesca l’esponente socialista massimalista e interventista, tanto che il ministro marxista Jules Guesde lo definì «il nostro uomo». Al suo arrivo al potere otto anni dopo l’atteggiamento non mutò e la stampa francese gli stacco un «assegno in bianco», salvo vederlo presto diventare «l’uomo di qualcun altro».

Donne in marcia e “contromano”

Mussolini ebbe al suo seguito moltissime donne. Aspetto che viene sviscerato in due volumi. Anche qui uno più centrato sulla Marcia su Roma, l’altro in una prospettiva più di lunga durata. Il primo è Fasciste. Donne in marcia verso Roma 1919-1922 di Angelo Piero Cappello (Ianieri, pagine 398, euro 22,00), il secondo Mussolini ha fatto tanto per le donne. Le radici fasciste del maschilismo italiano di Mirella Serri (Longanesi, pagine 274, euro 19,00), titolo che ricorda il Mussolini ha fatto anche cose buone di Francesco Filippi ( best seller uscito nel 2019 per Bollati Borighieri). Cappello, dirigente del Centro per il libro e la lettura del ministero della Cultura e consigliere di amministrazione del Vittoriale degli italiani di Gardone Riviera, ci fornisce un catalogo diviso per anni da San Sepolcro a Fiume, fino alle squadriste e alla marcia delle figure femminili che hanno influenzato il futuro Duce a partire dalle più note (Sarfatti, Balabanoff, Kuliscioff, la moglie Rachele) fino a figure meno in vista.

Serri - italianista e collaboratrice di La Stampa e Rai, che ha al suo attivo numerosi saggi sull’epoca fascista ( I redenti, Claretta l’hitleriana, tra gli altri) - legge invece la vicenda sotto la specie del maschilismo. Che nel periodo da San Sepolcro alla marcia fece centinaia di vittime tra le oppositrici (scrive in un capitolo significativamente intitolato «Sotto i tacchi dei marciatori»). Tra le donne che subirono la repressione del regime ci fu una scrittrice, Maria Assunta Volpi Nannipieri, in arte Mura. La scrittrice che sfidò Mussolini (Marsilio, pagine 154 euro 17,00). È il titolo del libro che Marcello Sorgi, già direttore de La Stampa, del Tg1 e del giornale radio Rai, dedica al “caso Mura”. L’allora affermata, ma oggi dimenticata, scrittrice di romanzi rosa, rivale di Liala, venne infatti censurata per un romanzo, Sambadù, amore negro, che paradossalmente ricalcava gli stereotipi razzisti dell’epoca nel raccontare però di un a more tra una donna bianca e un uomo di origini africane. Una vicenda che si ammantò di intrigo per la morte della scrittrice in un incidente aereo sospetto, quasi come un Italo Balbo al femminile.

Il dissenso rosso, bianco e... nero

Al Dissenso al fascismo dedica un ponderoso saggio, che va dall’Aventino alla caduta del regime, il collaudato duo Mario Avagliano-Marco Palmieri (il Mulino, pagine 560, euro 30,00). Al dissenso interno al regime e a quello dell’antifascismo cattolico vanno ascritte le vicende del leader dei fasci campani Aurelio Padovani, raccontate da Gigi Di Fiore in Il gerarca che sfidò Mussolini (Utet, pagine 378, euro 18,00) e del piacentino Francesco Daveri, esponente dell’Azione cattolica e del partito popolare, figura di spicco della Resistenza, attività per la quale fu deportato a Mauthausen dove morì nell’aprile del 1945. A questa figura dedica un documentato romanzo storico Leili Maria Kalamian ( L’avvocato di Dio, Le piccole pagine, pagine 218, euro 15,00).

La cronaca della storia e viceversa

I giornalisti sono visti come “storici del presente”. Ma spesso vestono i panni dei cronisti del passato. «Si pensa sempre che la cronaca racconti, con un ruolo gregario rispetto ai fatti. E invece la cronaca rivela, perché i particolari spiegano le grandi scelte e la dinamica delle vicende illumina la scena, anche negli angoli più bui», è la convinzione che ha mosso Ezio Mauro, già direttore de La Stampa e de la Repubblica nello scrivere L’anno del fascismo. 1922. Cronache della Marcia su Roma (Feltrinelli, pagine 236, euro 20,00). Un lavoro condotto mese per mese sui giornali dell’epoca, consultando archivi - a partire da quello di Angelo Tasca - e nel dialogo con i lettori de la Repubblica, sul quale sono uscite periodiche anticipazioni del libro.

Taglio più combattivo e attualizzante quello scelto da Aldo Cazzullo, vicedirettore del “Corriere della sera”. Si evince già dal titolo (Mussolini il capobanda. Perché dovremmo vergognarci del fascismo, Mondadori, pagine 350, euro 19) e dall’incipit: «Cent’anni fa, in questi stessi giorni, la nostra patria cadeva nelle mani di una banda di delinquenti, guidata da un uomo spietato e cattivo». Uomo che, prosegue Cazzullo ha ancora estimatori per quanto pochi, «ma non pochissimi», comunque troppi. «Molti, ma non moltissimi» gli antifascisti. Poi la maggioranza, che «crede, o a cui piace credere, in una storia immaginaria, consolatoria, autoassolutoria». Il metodo che adotta Giorgio Dell’Arti per fare chiarezza in La marcia su Roma (La nave di Teseo, pagine 254, euro 10.00) è quello di intavolare un dialogo tra due inerlocutori: uno che non sa nulla e l’altro che finge di sapere tutto.

Un Golia tra politica e storiografia

Una sintesi felice di alcune correnti storiografico- politiche che già da Togliatti, Gobetti, Croce e molti altri hanno diviso l’analisi del fascismo tra “calata degli Hyksos”, cioè parentesi nella storia d’Italia (Croce) e “autobiografia della nazione” (Gobetti). Fino alla “zona grigia”, concetto introdotto da Renzo De Felice insieme quelli di fascismo come “movimento” e fascismo come “regime totalitario”, per quanto incompiuto. La visione storiografica sul fascismo viene utilmente e sistematicamente analizzata nel volume Fascismo. Quel che è stato, quel che rimane (Treccani, pagine 438, euro 27,00). Il politologo Gianfranco Pasquino, che cura il volume a più voci, sottolinea come più che alla mancanza di una risposta alla minaccia fascista da parte di uno stato debole, ci sia stata - a spiegare il suo avvento al potere - una «volontà politica» di non reprimerne gli evidenti crimini, diversamente da quanto accadde in altre parti d’Europa.

Federico Fornaro, saggista e politico (è stato di recente rieletto alla Camera nelle liste del Pd in quota Articolo 1), imputa invece l’ascesa del Duce proprio a Il collasso di una democrazia (Bollati Boringhieri, pagine 216, euro 15). Fornaro si concentra in particolare sui limiti dell’azione della sinistra a quel tempo. Ma al saggio storico pospone un “Avviso ai naviganti” rivolto al presente, in cui mette in guardia dal dilagare, non solo in Italia, di antisemitismo, razzismo, antiparlamentarismo e propaganda neofascista via social. Qui si tratta del fatto se il fascismo si possa ripetere.

Ma si poteva anche evitare? È la domanda principe che chiude il saggio di Marcello Flores e Giovanni Gozzini Perché il fascismo è nato in Italia (Laterza, pagine 274, euro 20,00). I due storici analizzano, e mettoo in discussione, il ruolo giocato dalla crisi della democrazia ante 1922, dalla guerra, e dall’uso della violenza squadrista. In particolare se essa fosse una risposta al clima insurrezionalista creato dai comunisti. Sul fascismo, inserito nella storia d’Italia fino al 1937, La nave di Teseo ripropone il classico Golia. Marcia del facismo, scritto negli - e per gli - Usa dall’esule Giuseppe Antonio Borgese e apparso in Italia nel 1946 (introduzione di Francesco Merlo, pagine 662, euro 24,00).

Mussolini romanzato e in “viva voce”

La storia, infine, è da sempre spunto per la finzione letteraria. Per romanzi storici, ma anche per opere, come quella di Scurati, che mescolano la narrazione a estratti, anche graficamente evidenziati, di discorsi, lettere, diari, appunti, brani di giornali. Il tutto a comporre un mosaico letterario che sfugge alle definizioni di genere: M. Gli ultimi giorni dell’Europa (Bompiani, pagine 426, euro 24,00). Il libro segue, nella prevista tetralogia, a Il figlio del secolo e a L’uomo della provvidenza). Al centro non gli esordi, bensì gli anni dal 1938 al 1940, quelli della nefasta alleanza con Hitler, delle leggi razziali e dell’ingresso in guerra. Capitoli narrativi giustapposti in ordine cronologico e dedicati ai vari protagonisti, tutti realmente esistiti, del romanzo. Chi volesse, infine, rileggere gli Scritti e discorsi - dal 1904 alla morte di quello che viene definito «figlio del suo secolo e artefice della propria epoca» - ha a disposizione l’antologia curata da David Bidussa (Einaudi, pagine 694, euro 25,00).

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