venerdì 5 marzo 2021
Il giovane cantautore ha conquistato Sanremo con un brano scritto l'indomani della scomparsa dell'amato genitore: «Canto un rapporto che non si estingua mai»
Luca Gaudiano, vincitore al Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte

Luca Gaudiano, vincitore al Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte - Ansa

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Il Sanremo delle Nuove Proposte incorona il 29enne cantautore di Foggia, Gaudiano con la sua canzone Polvere da sparo. Una vittoria per niente a sorpresa per Avvenire che lo aveva incontrato qualche mese prima della sfida sanremese. «Se guardo oltre le nuvole io non trovo ragione / se mi guardo allo specchio vedo te». La domanda che esplode nella testa di un ragazzo come “polvere da sparo” è quella del perché della sofferenza e della morte di un padre amatissimo, seguito dal figlio negli ultimi tre anni della sua malattia.

Un concentrato di emozioni forti, scritte con penna robusta e interpretate con voce graffiante da Luca Gaudiano, giovane cantautore di Foggia che ha avuto il coraggio di porgere le sue ferite più intime alla platea di “AmaSanremo” , su Rai 1 lo scorso dicembre, dove è stato selezionato per gareggiare, nella Sezione Giovani del Festival con Polvere da sparo. In un anno particolarmente difficile per tutti, quello di Gaudiano è comunque un inno alla rinascita che sul web sta andando fortissimo.

«Questo brano l’ho scritto la mattina dopo la notte in cui è morto mio padre, il 28 marzo del 2019 – ci racconta l’artista -. Mi sono addormentato sul treno che mi portava a Milano per degli impegni improrogabili. Quando mi sono svegliato sono nate le due prime frasi della canzone: “ho dormito un tot / non sto ancora meglio, / ma per un po’ ho dimenticato tutto”. Nella musica c’è rabbia, data anche dalla mia impostazione vocale rock, ma anche speranza».

Luca Gaudiano, classe 1991, nasce da madre docente di lettere e papà ingegnere. Ed è proprio suo padre ad iniziarlo alla musica, regalandogli una chitarra per il suo quindicesimo compleanno. Dopo il diploma, si trasferisce a Roma per approfondire gli studi musicali e teatrali, studiando con Gino Landi e diventando attore di musical importanti come Ghost di Federico Bellone e Once della Compagnia della Rancia. Negli ultimi tre anni ha accompagnato personalmente nella malattia suo padre, che ha lottato con coraggio contro un tumore al cervello che già lo aveva colpito dieci anni prima. Gaudiano si definisce «un reduce di guerra salvato dalla musica».

Trasferitosi a Milano, registrerà i suoi primi brani insieme al producer Francesco Cataldo, grazie all’incontro con Adom Srl e Leave Music, debuttando con un 45giri digitale Le cose inutili. Fino ad arrivare al Festival con Polvere da sparo. «In casa mia la musica si è sempre respirata, dai grandi cantautori italiani ai Pink Floyd, sino al punk dei Green Day, dei Blink 182 e degli Smashing Pumpkins – aggiunge –, mentre il teatro mi ha fatto crescere nell’interpretazione».

Una famiglia unita, quella dei Gaudiano, due fratelli e una sorella, e l’amore di mamma e papà che si sono conosciuti in parrocchia da ragazzi mentre frequentavano l’Azione Cattolica. «Da allora non si sono mai lasciati. Loro sono il mio esempio – aggiunge Luca -. Come loro anche io ho sempre frequentato la chiesa, perché sono credente. La spiritualità è un concetto dal quale non posso prescindere perché non voglio perdere tempo a farmi delle domande. Io ho scelto di avere fede e di affidarmi, soprattutto alla morte di mio padre. Secondo me è una scelta rivoluzionaria in un momento in cui molti giovani sono lontani dalla religione».

Non è stato, però, un percorso facile, come dimostra il ribollire di sentimenti del brano sanremese. Gaudiano ci racconta con grande sincerità il percorso di dolore che ha segnato tutta la sua famiglia: «Con mio padre è nato un rapporto simbiotico quasi si fossero invertiti i ruoli. Io ho cercato di stargli vicino fino all’ultimo e quello che lui mi ha lasciato è tutto l’amore che ho per lui, l’amore incondizionato che sposta i pianeti e che spero di poter passare un giorno ai miei figli».

Amore che si è riversato in una canzone che colpisce al cuore e che lascia intuire il potenziale artistico di questo giovane ma già solido professionista. «Quello che ci rende esseri umani è la volontà, attraverso l’arte, di cercare di combattere la fine e di creare nuovi mondi. Nella mia canzone cerco di creare un limbo nel quale il rapporto con mio padre non si estingua mai». Nell’attesa di pubblicare il suo primo album dopo Sanremo, quale l’emozione di calcare il palco dell’Ariston? «Con gli altri ragazzi selezionati l’Ariston lo abbiamo affrontato con uno spirito di gioia dell’esserci e dell’aprire una finestra sui nostri personali mondi artistici – conclude -. Cosa importa chi arriva primo. In questo momento è importantissimo esserci per dire che la musica non si ferma». E la sua musica non solo non si è fermata, ma è arrivata in cima al podio e ora Gaudiano è nell’albo del Festival di Sanremo.

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