giovedì 30 novembre 2023
La procedura di smantellamento dell'impianto, fermo dal 1982, avverrà in quattro fasi: molti degli interventi saranno effettuati in remoto
Tecnici Sogin al lavoro nella centrale di Garigliano

Tecnici Sogin al lavoro nella centrale di Garigliano - Sogin

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Dentro al cuore della centrale atomica di Garigliano, in provincia di Caserta, sono cominciati i lavori di rimozione delle attrezzature posizionate sopra il vessel, il contenitore d'acciaio nel quale durante l'esercizio avveniva la reazione nucleare. ​L'attività di decommissioning è in cura a Sogin e alla sua controllata Nucleco.

La procedura di smantellamento dell'impianto nucleare si articolerà su quattro fasi. Nella prima, ora in corso, viene allagata la parte interna del vessel. Nella seconda fase si aprirà la parte superiore del vessel (denominata "testa") permettendo la fuoriuscita dell'acqua che riempirà il canale reattore, fino a sommergere completamente lo stesso vessel posizionato al suo interno. Si procederà, quindi, con la rimozione delle attrezzature che si trovano sulla "testa" del vessel. L'operazione avverrà attraverso robot e a impianti gestiti in remoto e sotto "battente" (che in idraulica rappresenta una misura di esercizio in sicurezza) d'acqua, che è un elemento naturale che scherma le radiazioni e consente ai tecnici di procedere senza problemi. Al termine, le attrezzature rimosse, per un peso complessivo di 1 tonnellata, saranno inserite in appositi contenitori cilindrici, che verranno stoccati nei depositi temporanei del sito, in attesa del loro conferimento al Deposito Nazionale, una volta disponibile (per cui bisognerà aspettare ancora).

Per svolgere questi lavori, Sogin ha dovuto realizzare una serie di attività propedeutiche, fra cui il ripristino dei sistemi ausiliari dell'edificio reattore (impianto elettrico, di ventilazione, di automazione e controllo) e del circuito di allagamento del vessel e del canale reattore. Questo intervento terminerà nel primo trimestre del 2024. A seguire Sogin avvierà lo smantellamento del vessel e dei sistemi e componenti dell'edificio reattore, denominati internals. Con questa attività si entrerà nella fase finale, la più complessa dal punto di vista ingegneristico e operativo, del decommissioning della centrale campana. Lo smantellamento della centrale del Garigliano produrrà complessivamente circa 268 mila tonnellate di materiali. Di queste, saranno inviate a recupero il 96%, per la maggior parte composte da metalli e calcestruzzo.

La centrale nucleare del Garigliano è un impianto di prima generazione, organizzato su un unico reattore da 160 MW di potenza elettrica netta, a uranio leggermente arricchito, moderato e raffreddato ad acqua leggera. Costruita tra il 1959 e il 1964, Garigliano entrò in servizio nello stesso anno, diventando a partire dal 1965 di proprietà di Enel. Fu disattivata definitivamente il 1º marzo 1982.

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