Vittime di omicidi in calo, ma non tra le donne

Il nuovo report Istat sugli omicidi nel 2024. Beretta: «Nel rapporto c’è poca attenzione agli strumenti con cui vengono commessi omicidi e femminicidi»
November 25, 2025
Vittime di omicidi in calo, ma non tra le donne
L'inaugurazione dell’installazione ‘’Zapatos Rojos’’ (Scarpe Rosse) in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne a Palazzo San Macuto a Roma / Ansa
Nel 2024 gli omicidi volontari consumati in Italia sono stati 327, in lieve calo rispetto al 2023 (-2,1%). Dopo due anni consecutivi di aumento, tornano dunque a diminuire. Sono questi i dati pubblicati oggi dall’Istat nel nuovo rapporto sulle vittime di omicidio nel 2024 in Italia. La diminuzione riguarda però gli uomini, con 211 vittime, un 2,8% in meno rispetto al 2023. Gli omicidi di donne restano invece pressoché stabili, con 116 vittime (una sola in meno rispetto all’anno precedente). Di questi, 106 sono considerati femminicidi, pari al 91,4% e in aumento rispetto all’incidenza del 82,1% del 2023.
Nel complesso il nostro Paese conferma uno dei tassi più bassi d’Europa: 0,55 omicidi ogni 100mila abitanti nel 2024, contro lo 0,57 nel 2023 e una media Ue di 0,91 nello stesso anno. Il quadro della violenza continua però a mostrare profonde differenze di genere. Nel caso delle vittime femminili l’omicidio avviene per l’86,2% in ambito familiare o affettivo. Sessantadue sono state uccise da partner o ex, quasi sempre uomini. Per i maschi, invece, il rischio maggiore è associato a dinamiche diverse: lo dimostra per esempio il fatto che nel contesto della criminalità organizzata sono stati uccisi 21 uomini e nessuna donna. Inoltre il 31,3% delle vittime maschili viene ucciso con armi da fuoco, mentre per le donne sono prevalenti altre modalità (39,7%).
«Sarebbe importante sapere però con precisione dal rapporto la percentuale di donne uccise con armi legalmente detenute – spiega ad Avvenire Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere (Opal) –. Dal nostro database risulta che ben 21 omicidi di donne sono stati commessi da persone in possesso di regolare porto d’armi. Una percentuale impressionate (il 18%) se si considera che l’Istat riporta 116 omicidi donne: significa che in Italia quasi una donna su cinque è vittima di un legale detentore di armi». Secondo l’Istat, inoltre, nel 2024 le armi da taglio sono state il mezzo più utilizzato per l’omicidio, impiegate nel 33% dei casi, seguite dalle armi da fuoco (30%).
Tuttavia va segnalato, continua Beretta, che «nel report viene dedicata poca attenzione agli strumenti con cui vengono commessi omicidi e femminicidi», ossia, «non specifica se le armi utilizzate fossero detenute legalmente», ribadisce. «Sapere se l’arma da fuoco sia detenuta legalmente o illegalmente – aggiunge Beretta – non è irrilevante ai fini della sicurezza pubblica. Permetterebbe infatti di porre all’attenzione pubblica sia il problema del contrasto alla diffusione di armi illegali sia quello delle norme e dei controlli sui legali possessori di armi».
L’Istat rileva infine che gli uomini risultano autori dell’88,3% degli omicidi noti, ma nel 2024 sono aumentate di circa 5 punti percentuali anche le autrici di omicidio: la quota di donne autrici sale all’11,7% e in tre quarti dei casi hanno ucciso degli uomini. Le autrici sono soprattutto donne anche quando la vittima è un bambino: 10 dei 13 omicidi di under 14 sono stati commessi da donne. I minori sopra i 14 anni invece sono prevalentemente vittime dei coetanei. Anche i profili di rischio per età hanno andamenti opposti a seconda del genere. Nel 2024 i maschi sono stati uccisi con un profilo di rischio crescente per età che va da 0,98 vittime ogni 100mila uomini residenti tra i 18 e i 24 anni di età fino a un massimo di 1,35 tra i 35-44enni. Per le donne, invece, il pericolo raggiunge il picco in età molto più avanzata, tra i 75 e gli 84 anni, spesso in situazioni familiari segnate da malattia o fragilità.
Questi dati confermano come il fenomeno del femminicidio, pur in un contesto statistico di bassa diffusione di omicidi, continui ad avere un forte impatto. Anche per questo «è più che mai urgente mettere in atto controlli più stringenti sui legali possessori di armi», conclude Beretta.

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