Un'agenzia di stampa cattolica si ridimensiona in America
venerdì 6 maggio 2022
Il suo direttore, Greg Erlandson, si è detto «profondamente rattristato» e in effetti è una brutta notizia per l'infosfera ecclesiale, non solo anglofona. La Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti ha annunciato un drastico ridimensionamento del “Catholic News Service” (Cns), l'agenzia di stampa di cui è editrice da più di cent'anni. Come si legge in un lancio dell'agenzia stessa ( bit.ly/380G6SJ ), con la fine dell'anno chiuderanno le redazioni di Washington e di New York e non verranno più forniti i servizi a pagamento ai clienti, in primis i settimanali diocesani ma anche numerose altre testate. Restano invece aperti e attivi l'ottimo Ufficio di corrispondenza a Roma e l'Ufficio per le pubbliche relazioni. Il tutto nel quadro di una riorganizzazione dell'intero Dipartimento per le comunicazioni mirata a ottimizzare le risorse, ma che costerà il posto di lavoro a 21 persone. Nel riportare la notizia sulla quasi-omonima “Catholic News Agency” (del gruppo EWTN), Kevin Jones ( bit.ly/3w5LCLM ) spiega il ridimensionamento dell'agenzia dei vescovi americani con la crisi dei settimanali diocesani, che hanno risposto alla concorrenza di Internet e al calo delle entrate pubblicitarie rallentando la periodicità o limitandosi alle edizioni online. Ma il vuoto che un Cns così ridimensionato lascia nell'informazione religiosa internazionale è ben più ampio. Lo testimoniano due autori subito intervenuti sui rispettivi profili Facebook. Per James Martin, di “America”, si tratta di «una perdita immensa per la Chiesa negli Stati Uniti e all'estero», giacché con la sua chiusura «la copertura sulla Chiesa diventa meno equilibrata». E per Christopher Lamb, corrispondente da Roma di “The Tablet”, «è un duro colpo per tutti quelli che informano sulla Chiesa cattolica nel mondo anglofono», specie in questo momento «di crescente polarizzazione e disinformazione».
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