domenica 30 aprile 2017
Sono convinti di fare bene: parlo di quei genitori che impongono il velo alle giovani figlie, che vogliono sposarle bambine, che impediscono loro di amare qualcuno di un'altra comunità e di un'altra fede.
Non so, non voglio immaginare lo strazio della famiglia di quel ragazzino di 16 anni, Romeo srilankese di Bassano del Grappa, che si è ucciso bevendo acido perché i suoi gli impedivano di amare la compagnetta di scuola italiana: la disinvoltura sturm und drang di un adolescente che pensa la morte come fatto dimostrativo e reversibile.
Lo scrittore anglo-pakistano Hanif Kureishi ha saputo raccontare meglio di tutti e con lo sguardo giusto, quello della compassione, questi drammi da sradicamento.
Pietà per tutti: le figlie e i figli costretti, lacerati tra l'"onora il padre" e lo stile dei vita dei loro pari autoctoni, i genitori in lotta per non recidere del tutto le radici e per non disonorarsi a loro volta. Un conflitto terribile a cui spesso manca il tempo per dipanarsi e temperarsi.
Accoglienza è anche un paziente lavoro di ascolto e di mediazione: salvando i giovani da soprusi inaccettabili e intervenendo, certo, con la necessaria fermezza.
Ma anche comprendendo e consolando i vecchi, tanto lontani dal proprio sangue e dal proprio mondo, e costretti all'onta del tradimento.
Compassione infinita anche per loro.
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