Renzo Paris e l’arte di fare poesia parlando in «veri versi»
venerdì 24 febbraio 2023
Lotte secondarie intitolò Giancarlo Majorino (1928-2022) uno dei suoi migliori libri poetici. Era il 1967 e per tutta la sinistra marxista il primo imperativo era “la politica al primo posto”. Per la poesia poteva esserci solo un secondo o ultimo posto. E uno degli intellettuali più ricattatoriamente estremisti di allora si fece venire in mente che anche uno scrittore lucidamente impegnato a riflettere su marxismo e rivoluzione come Franco Fortini non era coerente perché si ostinava ancora a scrivere poesie: un grave peccato di individualismo e umanesimo “piccolo borghese”. Poi tutto all’improvviso cambiò. All’inizio degli anni settanta quella dei nuovi poeti emerse come una “marea umana” pressoché ingovernabile e incollocabile. A Roma Renzo Paris organizzava nella libreria “Il ferro di cavallo” delle serate di letture poetiche nelle quali si incontravano poeti e scrittori nati poco prima o poco dopo il 1940: Dario Bellezza, Elio Pecora, Valentino Zeichen, Augusto Pantoni, Paolo Prestigiacomo, Giulio Ferroni, Franco Cordelli e lo stesso Paris. Ogni tanto compariva anche la già affermata e vivacissima Amelia Rosselli. Ora Paris ha pubblicato per elliot un’autoantologia di Poesie 1968-2022 (pagine 180, euro 17,50) un documento di storia della poesia italiana dell’ultimo mezzo secolo. Paris ha pubblicato anche molta narrativa e saggistica, eppure il suo stile è in qualunque genere letterario sempre inconfondibile. Surrealista naturale, si direbbe, o “parente stretto” di Guillaume Apollinaire, che il surrealismo lo inventò anticipandolo. Paris è a sua volta, come pochi altri (soprattutto Patrizia Cavalli), l’inventore di una “poesia parlata”. Ideologismi e teoricismi del ventennio precedente, dominato da Pasolini, Fortini e Sanguineti, erano evitati e scavalcati. Quel postmoderno poetico italiano nato nel 1975, in concomitanza con il Montale di Satura, ebbe in Paris un rappresentante esemplare. La tradizione del Novecento quasi al completo veniva dimenticata. E sorprendentemente, accanto ai soli Sandro Penna, Giorgio Caproni e Amelia Rosselli, i veri modelli sembrò che fossero Catullo e Marziale, riletti come attualissimi. Da allora il talento di Paris non si è mai appannato. Sembra facile e invece è una delle cose più difficili: parlare in versi. Parlare davvero e in veri versi. © riproduzione riservata
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