mercoledì 18 luglio 2007
Gli uomini hanno questi otto difetti: occuparsi degli affari altrui significa impicciarsi; farsi avanti senza che nessuno ti abbia invitato significa ingerirsi; pronunciare parole secondo i desideri altrui significa voler sedurre; parlare senza distinguere tra vero e falso significa adulare; criticare i difetti altrui significa maldicenza; separare gli amici e dividere i parenti significa perfidia; rovinare la persona odiata con gli elogi e l'ipocrisia significa malignità; cercare di ottenere ciò che si desidera senza scegliere tra bene e male significa depravazione.
S'intitola La calma (Mondadori) ed è un'antologia di testi riferiti a quel grande e un po' leggendario maestro del taoismo cinese che è Chuang-tzu ("maestro Chuang"), vissuto nel IV sec. a.C. La lettura di queste pagine è, comunque, benefica anche a noi occidentali, come insegna questo ottonario di vizi sui quali invito i miei lettori a meditare. Il saggio cinese consigliava, infatti, la quiete riflessiva che non è inerzia ma è accoglienza della luce che penetra nella nostra coscienza. Io vorrei fermarmi solo sul primo dei difetti elencati, quello dell'«impicciarsi», che ha come parallelo anche il secondo, l'«ingerirsi».
In una società come la nostra che è sempre più fondata sulla superficialità, sull'ostentazione e sull'esibizionismo (si pensi solo a certi infami programmi televisivi di sfoggio di sé negli aspetti più intimi e spesso ignominiosi), il ficcare il naso nelle vicende altrui è una prassi che si adotta senza pudore. È un intrufolarsi un po' sadico e un po' becero nelle vicende riservate: basti solo sfogliare una delle tante riviste di gossip o vedere con quale gusto i giornali " con allegro sfregio della tanto conclamata privacy " pubblicano le intercettazioni telefoniche. C'è bisogno, allora, di un po' più di riserbo, di rispetto, di ritegno!
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