martedì 19 marzo 2024
L'artista cinese, conosciuto per la sua fotografia “mimetica”, questa volta è "scomparso" fra i volumi della storica libreria milanese. Poi le performance sulla natura alla Galleria Gaburro
La performance di Liu Bolin alla Libreria Hoepli di Milano

La performance di Liu Bolin alla Libreria Hoepli di Milano - © Liu Bolin

“L’uomo invisibile” ha colpito ancora. Questa volta è “sparito” fra i libri. Non come i personaggi di fantasia fra le righe e le pagine di storie che liberano la mente. Ma fuori, fra i dorsi e le copertine e gli scaffali che li contengono. A suo modo. In quell’esserci senza farsi vedere. In quella presenza-assenza che rende viva e umana qualunque cosa, sia un celebre monumento di Firenze o Venezia, o la platea della Scala o i banchi di un normale supermercato. Fra i libri, per dare loro un'anima, ancor più di quanto non l'abbiano già. Come il superbo volume “Nelle case. Milan interiors 1928-1978”, la pietra miliare nell'editoria fotografica "Magnum Magnum", o le monografie con le meraviglie di "Prada" o di "Dior". Architettura, moda e fotografia che si fondono e diventano opera d’arte. In libreria. Non una qualunque: la libreria Hoepli di Milano. Una istituzione per gli amanti dei libri, dei viaggi e per i cercatori di bellezze da sfogliare, alle spalle di Palazzo Marino, a pochi passi dalla Casa del Manzoni, presidio di cultura fra i palazzi delle banche e il quadrilatero della moda. Quattro piani, 200mila volumi e tante storie da raccontare.

Il protagonista è Liu Bolin, l’artista di Shandong, che vive fra Pechino e Parigi, conosciuto in tutto il mondo per la sua fotografia “mimetica”. Nei giorni scorsi, “l’uomo invisibile” ha realizzato in collaborazione con la Galleria Gaburro (che rappresenta l’artista cinese in Italia dal 2008) una nuova performance, mimetizzandosi tra i libri di arte e architettura, al terzo piano della Hoepli, come omaggio alla cultura italiana. Lo studio degli spazi, del soggetto, dei colori. La pittura e la fotografia che si fondono per rappresentare pienamente una visione che immortali l’artista fino a sparire. Lasciando una traccia invisibile del visibile. Che vivrà anche quando quegli scaffali ospiteranno altri libri, altre storie, altre visioni. Quando quei libri andranno nelle case di chi li comprerà o li riceverà in dono.

Libri, arte e cultura. Ma anche denuncia. Negli spazi della Galleria Gaburro in via Cerva 25, sempre a Milano, Bolin – impegnato sui grandi temi dell'attualità e il fronte dei diritti umani (lo scorso anno aveva dato voce alle donne iraniane) – si è esibito in una coloratissima performance di mimetismo tra banchi di frutta e verdura, scelte come simbolo di una vita rigogliosa minacciata dall’azione distruttiva dell’uomo. E su questo filone fino al 30 giugno, si muove anche la mostra “Mimetismi: in natura e nell’arte di Liu Bolin, al Museo di Scienze e Archeologia di Rovereto, con 7 grandi opere: l’esposizione racconta il fenomeno biologico del mimetismo di organismi che assumono forme e colori simili a quelli dell’ambiente circostante o di altri esseri viventi. Un'evoluzione biologica mirata alla sopravvivenza, che Liu Bolin trasforma in un potente strumento di espressione artistica.

L'arte che unisce l'impegno per la natura da preservare e la cultura da diffondere a partire dagli scaffali di una libreria. Una forma di "resistenza" per capire il mondo. Provare a cambiarlo accendendo un’idea. Con la potenza di una foto. E di una testimonianza umana che non si vede, ma c’è. Fra i libri al terzo piano della Hoepli.

Una foto e 515 parole.

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