mercoledì 19 settembre 2012
«Il misticismo è una delle reazioni dello spirito umano». Come scrive Henri Delacroix, non è un'anomalia, una rarità, un impoverimento della coscienza, al contrario di quanto predica la lettura illuministica di questo fenomeno, relegato a una sorta di regressione verso una confusa e primitiva realtà originaria. Il misticismo è la reazione di santi, poeti, artisti, «che un giorno hanno sentito scorrere in sé la vita universale».Procediamo: nessuno si commuoverebbe ai versi di Leopardi o Baudelaire se la poesia non fosse, tacita e inconosciuta, in ognuno di noi. Come necessità, desiderio. Anche l'esperienza del mistico, analogamente, non riguarda una sfera esclusiva da cui l'uomo normale è escluso. Solo i poeti sanno scrivere versi folgoranti ma tutti gli uomini in teoria li possono capire e far propri, così l'estasi e il volo del mistico, preclusi al resto degli uomini, non sono per questi realtà incomprensibili. L'uomo si meraviglia di fronte a tali esperienze, le ricorda, le racconta, dagli albori dell'umanità, narra leggende. C'è una zona mistica in ognuno di noi, tacita, latente. Diversamente non si spiegherebbe la commozione improvvisa, il senso di pienezza o al contrario di infinita nostalgia, all'improvviso, in certi momenti emozionanti della nostra vita. Non in volo, con le rondini. Al mare, al mercato, in metropolitana.
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