martedì 14 febbraio 2012
Guarda, rispondimi, Signore mio Dio, conserva la luce ai miei occhi, perché non mi sorprenda il sonno della morte (Sal 13,4).

La luce che penetra ogni avvenimento è vita e ogni creatura trova colore. La luce svela il vero, fare luce sugli eventi è acchiapparne il senso, un volto solare sprigiona la luce della gioia interiore. Senza luce, invece, si rischia di inciampare, di cadere, di sbattere contro l'incerto. Peggio ancora quando al buio si è convinti di ciò che è contrario, si crede di conoscere senza capire, di toccare senza comprendere. Al buio, dentro, si fa fatica a riconoscere l'amico o il nemico, il trasparente o l'opaco, la verità o la menzogna. Solo la luce, dentro, permette di dirsi il vero e costruire il giusto cammino, di scegliere ciò che è giusto senza essere costretti dalla paura, di avanzare al momento giusto, favorevole, senza improvvisare percorsi, senza provare a indovinare. Chi ha detto che è preferibile rimanere ciechi, ma potenti, colmi di denaro, di poltrone, di successo? Quelli che dicono di vedere senza Luce, che non sono ciechi benché l'oscurità della mente, restano prigionieri della morte. Il Signore è mia luce, mia salvezza, e illumina i miei occhi perché non vacilli e non cada. La morte ultima incute timore, ma è terribile vivere da morti tutta la vita.
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