L'insostenibile peso dei costi
sabato 5 marzo 2011
I costi di produzione per l'agricoltura tornano ad aumentare. Il dato deve preoccupare, soprattutto perché riferito al periodo immediatamente precedente la crisi Nordafricana e libica in particolare. A conti fatti " secondo l'Ismea " l'indice dei prezzi dei mezzi correnti di produzione agricoli a gennaio è cresciuto del 4,4% rispetto allo stesso mese del 2010. È un numero complessivo che nasconde indicazioni ben più pesanti e che deve far pensare non solo a quanto l'agricoltura sia globalizzata, ma soprattutto come questo settore sia ancora di fatto indifeso di fronte ai rincari dei costi di produzione.
Secondo l'Ismea, il rincaro più forte si è verificato per i mangimi (in crescita dell' 1,5% rispetto a dicembre e del 16,9% sul gennaio di un anno fa), e per i listini energetici (+1,1%, + 3,2% su gennaio del 2010), trainati dai rialzi dei carburanti ( +1,8% , +6,4%). Per i concimi si evidenziano aumenti dello 0,5% su base congiunturale, attribuibili in particolare agli incrementi degli azotati (+1,7%), e del 4,7% su base tendenziale. Stabili, nel raffronto mensile, i salari e le sementi che tuttavia registrano un incremento annuo rispettivamente dell'1,6% e del 2%.
È evidentemente una situazione che rischia di far scivolare il comparto nella crisi più nera. Uno dei problemi di fondo delle imprese agricole, infatti, è la quasi totale impossibilità di contener ere determinati costi di produzione. Come fare, per esempio, a non usare gasolio per riscaldare le serre oppure per far marciare i mezzi agricoli in campo? E come variare l'alimentazione degli animali usando meno mangimi, se questi non si possono sostituire con altri componenti alimentari? A ben vedere, quindi, la questione dei costi di produzione senza controllo ha anche un altro risvolto: la necessità di aumentare le ricerche e le sperimentazioni che possano far usare in maniera più razionale le materie prime e i mezzi di produzione agricoli.
In ogni caso, per ora, la situazione rimane delicata. Anche se, come ha ricordato la Coldiretti, il forte balzo verso l'alto dei costi di produzione colpisce l'agricoltura dopo che questi avevano fatto registrare una sostanziale stabilità nel 2010 (+0,5%). Se gli effetti della crisi libica continuassero per molto tempo, il risultato sarebbe ancora peggiore.
«Contemporaneamente " ha fatto poi notare Confagricoltura " l'impennata delle quotazioni delle commodity agricole, salite in un anno del 44,4% sui mercati internazionali, comincia a far sentire le sue conseguenze sui prezzi al consumo degli alimentari, senza peraltro portare alcun vantaggio ai produttori italiani, che, anzi, si trovano a fare i conti con l'escalation dei listini di molti generi agricoli d'importazione, come quelli necessari all'alimentazione animale». Un risultato possibile? Secondo il Presidente dell'Ismea è chiaro: si rischia di determinare un peggioramento dei livelli di redditività dei nostri agricoltori, dopo una fase di faticoso recupero di questi ultimi mesi.
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