venerdì 10 giugno 2005
L'uomo davvero prudente, che si tiene in disparte, è come un albero che cresce in un giardino, fiorisce e moltiplica i suoi frutti" Il suo frutto è dolce, la sua ombra piacevole e trova la sua fine nel giardino.
Nel libro biblico dei Proverbi, da 22, 17 fino a 24, 22, ci si imbatte in una serie di "parole dei saggi" che riflettono molti temi e dichiarazioni di un'opera dell'antico Egitto, gli Insegnamenti di Amenemope, una raccolta di massime composte verso l'inizio del primo millennio a.C. A questa raccolta abbiamo oggi attinto con un monito riguardante «l'uomo davvero prudente». Le immagini vegetali adottate dal sapiente egizio sono comuni nell'antichità e si ritrovano spesso nella Bibbia: nel Salmo 1, ad esempio, il giusto è comparato a «un albero piantato lungo corsi d'acqua, che darà frutto a suo tempo e le sue foglie non cadranno mai». La sapienza come la giustizia sono sorgenti di vita, di fecondità, di frutti, a differenza dell'esistenza gretta e arida del superbo, dell'empio e dell'egoista.Io, però, vorrei sottolineare nell'ammaestramento di Amenemope quella pennellata che tratteggia l'uomo prudente come colui «che si tiene in disparte». È un profilo così raro nel mondo in cui ora viviamo: senza visibilità, neppure esisti. Per questo si fa di tutto per farsi notare, sgomitando e ostentandosi senza pudore: si pensi solo a quei vergognosi programmi televisivi ove, pur di affacciarsi allo schermo, si è pronti a vomitare le proprie miserie, ad essere sbeffeggiati, a svergognarsi e a svergognare. Celebriamo, allora, con l'antico sapiente quella virtù così dimenticata che è la discrezione e il riserbo. Diceva lo scrittore francese André Maurois (1885-1967): «La sincerità è di vetro; la discrezione di diamante».
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