venerdì 28 febbraio 2003
Prendi un filo di paglia e buttalo in aria: da quel che fa, potrai capire da quale parte spiri il vento. Forse qualche lettore mi aiuterà: non so, infatti, chi sia John Selden a cui è attribuita questa frase che - mi si dice - è tratta dal suo libro Table talk. La trovo, incorniciata in un motivo floreale, su una rivista americana che ama costellare le sue pagine con aforismi, aneddoti e barzellette. Il pensiero può, comunque, essere utile per tutti. Mi viene spontaneo rimandare all'immagine biblica dell'empio che è «come pula che il vento disperde» (Salmo 1, 4). O al ritratto del Battista abbozzato da Gesù: non una molle canna agitata dal vento, ma una quercia solida e ben radicata. Sì, la persona immorale o superficiale è pronta a piegarsi a ogni vento; la leggerezza dello spirito è come quella di una piuma o di una pagliuzza che può orientarsi in qualsiasi direzione secondo l'aria dominante. E qui mi viene in mente un autore ben più celebre e alto del nostro Selden, cioè Dante, che nel Paradiso mette in bocca a Beatrice più o meno la stessa immagine facendola diventare un appello rivolto agli incostanti: «Siate, cristiani, a muovervi più gravi:/ non siate come penna ad ogni vento,/ e non crediate ch'ogni acqua vi lavi» (V, 73-75). Parole sacrosante anche e soprattutto per i nostri giorni in cui impera la banalità, in cui si è retti dall'opinione corrente, in cui c'è ben poco di "pesante", cioè di fermo e consistente, di forte e fondato. Anche l'ignoto Selden ci può aiutare a un esame di coscienza sulla serietà e sulla coerenza.
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